Una fuga di notizie ha svelato che Julius Baer, Pictet e Reyl gestiscono i conti di una controversa famiglia russa.
ZURIGO - 40 milioni di dollari. È la somma a cui ammontano i depositi appartenenti ai familiari di un funzionario di Putin, ripartiti su tre conti in tre diverse banche svizzere. A darne notizia la RTS e il gruppo Tamedia che hanno visionato dei documenti finiti nel dark web, dopo un attacco ransomware a un gestore patrimoniale di Zurigo.
Il funzionario in questione è Alexander M. Ponomarenko, capo della Moswodokana, azienda fornitrice di acqua potabile per l’area di Mosca, nota per finanziare la guerra contro l’Ucraina e per aver incentivato i suoi giovani dipendenti ad arruolarsi. Le banche, finite nell’occhio del mirino, Julius Baer, Pictet e Reyl.
Tre conti bancari - I fatti risalgono al giugno 2022. Quando a Zurigo, la banca svizzera Reyl apriva un conto intestato alla figlia di Alexander Ponomarenko. Dove, poco dopo, sarebbero stati versati 9,5 milioni di dollari statunitensi. Successivamente, sempre a Zurigo, ne saranno aperti altri due, a nome della figlia e della compagna di lunga data, presso Julius Baer e Pictet.
Sfuggiti ai controlli - A nulla sono valse le numerose regole, entrate in vigore con la guerra. Il funzionario di Putin è riuscito a farla franca perché i conti correnti sono stati intestati alla figlia e alla compagna, residenti rispettivamente a Cipro e in Spagna. Condizione che ha permesso di non applicare il limite di deposito di 100 mila franchi, previsto sui trasferimenti di denaro contante da parte di cittadine e cittadini russi.
Le risposte - Ponomarenko e sua figlia, interpellati dal collettivo di giornalisti, non hanno commentato. La compagna di lunga data ha dichiarato, tramite uno studio legale, di aver fatto fortuna con operazioni immobiliari, di aver lasciato la Russia nel febbraio del 2022 e di non frequentare più Ponomarenko già da diversi anni.
Le banche - Come riportano i media, Julius Baer non ha risposto. La Banca Reyl ha scritto di"aver sempre agito in conformità con tutte le leggi e continuerà a farlo in futuro". Pictet, infine, ha optato per il segreto bancario, astenendosi dal commentare eventuali relazioni d'affari.