L'uomo si è giustificato adducendo il fatto che al buio aveva scambiato la carta aziendale per la propria
ZURIGO - Ha perso il lavoro dopo soli sette mesi per il"vizio" di pagare il conto nei bordelli con la carta di credito aziendale. Lui è un impiegato di banca ben pagato (stipendio di 160mila franchi all'anno) che però preferiva evidentemente farsi"retribuire" anche le attività lavorative extra"strisciando" nei pos dei night-club la carta dell'istituto bancario per il quale lavorava.
Ne dà notizia il Tages-Anzeiger. L'uomo - secondo quanto scrive il quotidiano zurighese - nonostante avesse ricevuto un avvertimento dal proprio datore di lavoro ha continuato imperterrito a usare la stessa carta per saldare le prestazioni erotiche.
La prima"spesa" è stata effettuata durante il periodo di prova dei tre mesi: conto di 3'215 franchi. Nello stesso periodo si ripete il"refrain": altro bordello, altro conto da pagare, stavolta di 1'600 franchi. La banca a quel punto gli fa recapitare un avvertimento scritto, anche per i continui congedi di malattia che cominciano a evidenziarsi: la vita nei night mal si conciliava con l'obbligo di arrivare puntuale in istituto e in qualche occasione dopo nemmeno pochi minuti che aveva preso posto alla scrivania lasciava il luogo di lavoro lamentando malesseri acuti.
Nonostante la lettera, però, il richiamo dei club a luci rosse è così forte che non contento si ripresenta davanti al solito Pos con la solita carta aziendale: altri 1'700 franchi addebitati sul conto aziendale alla voce"Servizi di appuntamenti". La banca ne ha abbastanza di quella condotta e lo licenzia senza preavviso lo stesso giorno in cui arriva l'ennesimo addebito extra-lavorativo.
A nulla è servito il goffo tentativo di affidarsi a una corte adducendo la giustificazione che al buio aveva scambiato la carta aziendale per la propria: il tribunale ha respinto il suo ricorso ricordandogli anche che erano stati registrati altri undici tentativi di utilizzo per scopi privati.