Respinta una mozione di Chiesa (UDC) in cui si proponeva l'introduzione di una tassa che non pesasse sugli automobilisti svizzeri.
BERNA - No, per il momento, a un pedaggio autostradale alpino. È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha respinto per 15 voti a 8 (e ben 12 astensioni) una mozione del "senatore" Marco Chiesa (UDC) con cui auspicava l'introduzione di una "tassa" che però non pesasse sul portafoglio degli svizzeri.
Una mozione, quella del presidente dell'UDC, che si aggiunge a tre atti parlamentari pendenti al Nazionale, tutti però gravati da un "peccato" originale poiché chiamerebbero alla cassa tutti, svizzeri e stranieri, in quest'ultimo caso soprattutto turisti che intasano le strade di casa e la causa delle lunghe colonne di veicoli ai portali sud e nord del traforo autostradale del San Gottardo.
Se proprio si vuole un pedaggio - «che non avrà un potere taumaturgico sul traffico» secondo Chiesa - per alleviare il disturbo che il traffico di vacanzieri causa in numerosi cantoni, quest'ultimo non dovrà essere discriminatorio e vessatorio, soprattutto per chi vive in Ticino, Uri e Grigioni.
Secondo Chiesa, la situazione ai passi, soprattutto al San Gottardo e al San Bernardino, è oggettivamente difficile, specie durante il periodo delle vacanze. Ma è fuori luogo chiamare gli svizzeri alla cassa, dal momento che quest'ultimi pagano già per la costruzione e la manutenzione delle strade fior di quattrini. I turisti, invece, se la cavano col pagamento della "vignetta" autostradale, 40 "miseri" franchi appena per attraversare il nostro Paese, e non lasciano un centesimo sul territorio, che deve sopportare invece tutti i disagi del caso.
A giustificazione della sua proposta, Chiesa ha ricordato che la questione del pedaggio è già stata discussa 10 anni fa e poi lasciata cadere. A ogni modo, altri Paesi a noi vicini conoscono il prelievo di una tassa per coprire gli elevati costi di costruzione e manutenzione delle opere infrastrutturali transalpine: l'Austria per l'autostrada del Brennero e il traforo dell'Arlberg, la Francia per le gallerie autostradali del Monte Bianco e del Fréjus e l'Italia per il traforo del Gran San Bernardo.
Secondo il consigliere agli Stati, l'introduzione di un eventuale pedaggio alpino dovrà avere un intento orientativo e regolatorio, e non dovrà comportare un ulteriore onere per l'automobilista svizzero. I passaggi autostradali alpini dovranno essere rilevati e fatturati digitalmente. I mezzi supplementari andrebbero dedicati alla manutenzione e alla sicurezza delle infrastrutture, oltre che alla manutenzione delle strade nazionali.
Nella sua risposta scritta alla mozione, il Consiglio federale si dice consapevole del problema legato al riversamento del traffico autostradale sulla viabilità locale lungo gli assi nord-sud e dei disagi causati ai residenti delle zone adiacenti ai tratti interessati.
Per questo ha accolto l'idea del Parlamento di studiare il problema prendendo anche in considerazione l'eventuale pedaggio per l'attraversamento dei trafori transalpini richiesto dalla presente mozione. Tuttavia, l'esecutivo ritiene necessario attendere l'esito dell'analisi prima di essere chiamato a legiferare in materia.