Secondo l'Ust sul piano sociale si stanno ancora pagando gli effetti collaterali della pandemia.
SVIZZERA - Invecchiamento della società, finanziamento delle assicurazioni sociali, aumento della popolazione straniera residente e la sua integrazione, così come i cambiamenti nel mercato del lavoro che influenzano i percorsi professionali e le condizioni di lavoro di alcuni gruppi di popolazione, sono le grandi sfide a cui la Svizzera deve far fronte sul piano sociale. Fattori che negli ultimi quattro anni si sono esacerbati a causa della pandemia. A spiegarlo è il Rapporto statistico sulla situazione sociale in Svizzera 2023 diffuso questo lunedì dall’Ufficio federale di statistica (Ust). Dall’indagine, pubblicata con cadenza quadriennale, è emerso che la crisi provocata dal coronavirus ha avuto un forte impatto sulla società determinando un aumento del tasso di povertà e, dunque, delle spese in ambito sociale.
Impatto sulle spese sociali
Con 200 miliardi di franchi, le prestazioni sociali rappresentano circa un terzo del Pil. Nell'ultimo rapporto 2019 erano pari a 175 miliardi, ossia poco più del 26%. A causa della pandemia, soprattutto a causa delle spese nel settore della disoccupazione hanno avuto un forte aumento temporaneo nel 2020, pari a 14,3 miliardi di franchi. Una somma ingente che tuttavia poteva essere ben maggiore. Effetti negativi della pandemia contenuti grazie all’indennità per lavoro ridotto, l'indennità per perdita di guadagno destinata ai lavoratori indipendenti o indennità giornaliere supplementari per persone disoccupate. È stato così possibile evitare, ad esempio, un aumento più marcato della disoccupazione, scrive l’Ust.
Cresce il tasso di povertà
Con la pandemia è aumentato anche il tasso di povertà. Stando ai dati raccolti dall’Ust le persone particolarmente colpite sono state quelle disoccupate, seguite da quelle che vivono in economie domestiche monoparentali, quelle di nazionalità straniera e quelle che non hanno una formazione post obbligatoria. Considerando poi tutti i trasferimenti sociali come gli assegni familiari, le rendite d’invalidità, le riduzioni dei premi dell’assicurazione malattie, l’aiuto sociale o le indennità giornaliere dell’assicurazione contro la disoccupazione, il tasso di povertà si è attestato all'8,7%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto al rapporto del 2019. L’Ust sottolinea che tuttavia l'attività professionale tuttavia non è sempre garanzia di un salario sufficiente per il sostentamento; il 4,2% della popolazione attiva occupata vive al di sotto della soglia di povertà.
Situazione finanziaria soddisfacente
Nonostante le difficoltà, la maggior parte popolazione svizzera si considera soddisfatta (31%) o molto soddisfatta (36,8%) della propria situazione finanziaria. Si tratta in particolare di over65, persone proprietarie di un’abitazione in cui risiedono, con una formazione terziaria e di nazionalità svizzera. Viceversa, la popolazione delle fasce di reddito più basse ha difficoltà a pagare anche le spese strettamente necessarie.
Differenze in termini di salute
Esistono differenze sociali anche in termini di formazione e di salute. Ad esempio, quanto migliore è il livello di formazione, tanto più grande è la partecipazione a corsi di formazione continua; inoltre si osserva che le persone senza formazione post-obbligatoria rinunciano più spesso a prestazioni mediche.