II capo del Dfae da Berna, prende posizione sul conflitto fra Israele e Hamas: «Al momento non ci sono vittime svizzere».
BERNA - «È un giorno difficile, ancora una volta una nuova crisi interviene in un mondo già particolarmente toccato, a dimostrare come ci troviamo davvero nel bel mezzo di un cambiamento epocale e come questo cambiamento epocale stia creando difficoltà un po' ovunque», così da Berna il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) Ignazio Cassis ha aperto la sua conferenza stampa dedicata alla guerra, scoppiata nel weekend fra Israele e Hamas.
«Ma lasciatemi subito esprimere da parte della Svizzera le nostre più sincere condoglianze, alle famiglie delle vittime e dei feriti. I bilanci parlano chiaro, si tratta di numeri come non si vedevano da molto tempo. Il Consiglio Federale è solidale con la popolazione d'Israele», conferma Cassis che lega apertamente gli attacchi di Hamas al terrorismo: «la Svizzera condanna, nella maniera più forte, questi attacchi terroristici. Si tratta di atti efferati e ingiustificabili ai danni della popolazione civile. Ribadiamo che le persone prese ostaggio debbano essere liberate immediatamente».
Una task force speciale
«È una situazione che ci riguarda direttamente, e non solo per i 28mila svizzeri che risiedono in Israele ma anche perché questo conflitto mina la sicurezza del nostro Paese», aggiunge il consigliere federale che spiega come: «per lavorare a una soluzione abbiamo deciso di creare una task-force che comprenderà esperti di materia consolare, umanitaria, sicurezza, diritto internazionale, di gestione di crisi e di comunicazione».
Cassis ha poi spiegato di cosa si occuperà questo gruppo di lavoro: «Innanzitutto del sostegno ai nostri concittadini in Israele, al momento non ci sono notizie di svizzeri uccisi, feriti o rapiti. In secondo luogo dovrà monitorare in maniera costante la situazione e - infine - dovrà valutare che contribuito, e che sostegno, potrà dare la Svizzera, dal punto di vista umanitario e diplomatico».