Formulate tredici raccomandazioni per le prossime situazioni di crisi.
BERNA - Durante la pandemia di coronavirus, la collaborazione fra Cantoni e Confederazione è stata "mediocre". In particolare, stando al poco lusinghiero giudizio della Commissione della gestione degli Stati (CDG-S) che formula 13 raccomandazioni in vista di future crisi, la suddivisione delle rispettive competenze non era ben regolata.
In generale, stando al rapporto pubblicato oggi dalla CdG-S, la ripartizione delle competenze prevista dalla legge sulle epidemie si è dimostrata valida. Grazie all'azione congiunta delle autorità federali e cantonali, la Svizzera è riuscita a superare la crisi in modo soddisfacente. I contatti a livello tecnico sono stati regolari.
Coinvolgimento parziale - Tuttavia, i Cantoni sono stati coinvolti solo parzialmente nella gestione della crisi da parte della Confederazione. Non esistevano linee guida né punti di riferimento chiari per i cantoni, ciò che ha reso difficoltosa la trasmissione di informazioni, stando alla commissione.
Poca chiarezza - In particolare, problemi di cooperazione sono emersi durante la "situazione particolare". "La poca chiarezza nella distribuzione dei ruoli ha avuto un impatto negativo sulla gestione della crisi quando si è verificata la seconda ondata nel tardo autunno del 2020", scrive la CdG-S. La Confederazione e i Cantoni non sono nemmeno riusciti a trovare un accordo sulle rispettive responsabilità anche dopo il ritorno alla "situazione normale" nell'aprile 2022, lamenta la commissione.
Per questo la Commissione della gestione degli Stati si chiede se non sia il caso di completare la legge sulle epidemie con una "situazione" aggiuntiva, oltre a quella "particolare" e "straordinaria". In generale, però, è "essenziale regolamentare più chiaramente i rispettivi compiti, competenze e responsabilità".
Cantoni poco consultati - Nel suo rapporto, la commissione critica inoltre l'insufficiente consultazione dei Cantoni sulle misure contro la propagazione dell'epidemia prese a livello nazionale e sulla carente informazione dei Cantoni circa i provvedimenti adottati. Questi processi dovranno essere resi più precisi in futuro, secondo la CdG-S. Non per niente durante la pandemia si è spesso parlato di "patchwork" cantonale, fa notare la commissione, secondo cui incontri regolari istituzionalizzati tra il Consiglio federale e i Cantoni in tempi di crisi potrebbero porre rimedio alla situazione.
Tredici raccomandazioni - Al termine di questa analisi, la CdG-S ha formulato tredici raccomandazioni per migliorare la ripartizione dei compiti e il coordinamento strategico in vista di future crisi. In generale, i Cantoni dovrebbero essere meglio integrati nelle misure di gestione di queste situazioni a livello nazionale.
Oltre a ciò, la commissione di vigilanza chiede al governo due ulteriori rapporti sulla pandemia. Il primo dovrebbe esaminare la tracciabilità dei contatti fra Confederazione e Cantoni e valutare la creazione di sistemi informatici armonizzati. Il secondo deve fare il punto sull'impiego dell'esercito e della protezione civile a sostegno dei Cantoni.
La commissione formula anche l'auspicio che il Consiglio federale tenga conto delle raccomandazioni durante i lavori di revisione della Legge sulle epidemie e del Piano pandemico.