Il direttore della Posta Roberto Cirillo guarda al modello danese con un servizio di consegna digitale
BERNA - Addio postino nel 2040? Potrebbe accadere anche questo nel futuro della corrispondenza. Stando a quanto riportato dal domenicale SonntagsZeitung, il capo delle Poste Roberto Cirillo guarderebbe al modello danese: nessun operatore della Posta imbucherà più lettere nella cassetta all'ingresso di casa ma si riceveranno i documenti in una buca delle lettere elettronica.
«Dal mio punto di vista, questo dovrebbe far parte del mandato di servizio di base della Posta» avrebbe anche detto in un'intervista al Blick lo stesso Cirillo.
In Danimarca, Paese cui il manager sembra ispirarsi, si sta da tempo (era il 2017, anno di crisi nera dal punto di vista economico per la società postale danese) abituando la popolazione all'utilizzo dei servizi postali digitali, questo proprio per fronteggiare la dispendiosa e costosa consegna tradizionale: per portare su questa strada i clienti, negli uffici dove si studiano le strategie hanno pensato di prevedere la consegna della posta cartacea solo una volta alla settimana.
Con la sua app E-Post, la Posta offre già una sorta di cassetta delle lettere elettronica: dal proprio telefonino chi la utilizza può ricevere e leggere la posta cartacea, archiviare o scannerizzare documenti, pagare le fatture direttamente al momento della ricezione e firmare contratti per via elettronica. Per l'utente privato la casella, lo scanner e l'archiviazione sono gratuiti.
Attualmente sono 100.000 i privati e 5.000 le aziende che utilizzano questa applicazione. L'idea cui starebbero pensando i vertici di Posta è quella di standardizzare il metodo e farlo diventare prassi. Anche qui non è secondario il fattore costi: eliminando la logistica della posta tradizionale, il passaggio alle cassette postali elettroniche farebbe risparmiare un bel po' di franchi. Lo scorso anno «il servizio postale di base è costato 2,67 miliardi di franchi» scrive il domenicale.
Su quanto affermato dal numero uno di Posta, lo scetticismo non manca: la consigliera nazionale dei Verdi Florence Brenzikofer, ha dichiarato che «è necessario chiarire cosa significhi un servizio di base digitale per i dipendenti della Posta» alludendo al fatto che la consegna di documenti digitali estrometterebbe di fatto la necessità di avere dei portalettere e fare a meno anche del personale nei centri di distribuzione delle lettere, con una ricaduta ovviamente negativa sull'occupazione.
Dalle stanze del Consiglio federale e da quelle del dipartimento che si dovrà occupare della questione (Il Dipartimento per l'ambiente, i trasporti, l'energia e le comunicazioni del Consigliere federale dell'UDC Albert Rösti) trapela poco, a far intendere che è prematuro potere fornire un quadro chiaro: »Il governo nazionale si sta occupando della questione dall'estate del 2022» e starebbe esaminando «la necessità di un nuovo servizio di base con servizi digitali», stando anche a quanto scritto in un rapporto della commissione che sta lavorando alla questione e che indica come orizzonte temporale comunque il 2030.
La Posta - scrive sempre il domenicale - ipotizza invece l'addio alla buca delle lettere per il 2040 o addirittura il 2050.