L'Università di Berna ha studiato l'effetto dei divieti negli stadi e i risultati sono contrastanti.
BERNA - Quando si tratta di "combattere" gli ultrà delle squadre di calcio, i divieti di accesso agli stadi non risolvono i problemi.
A dirlo è uno studio dell’università di Berna: il lavoro prende in esame quattro campionati e cerca di capire quali sono gli effetti del concordato anti hooligans adottato nel 2012. Il provvedimento, lo ricordiamo, ha posto le basi legali per attuare una serie di misure, come il divieto di accedere a un’area o a uno stadio.
Il primo dato rilevante emerso riguarda il numero di partite con gravi episodi di violenza: è rimasto stabile, senza diminuire. La maggior parte degli scontri, inoltre, avviene fuori dagli stadi. I gruppi si affrontano soprattutto dopo le partite, nel tragitto dal campo di calcio alla stazione.
Il divieto d’ingresso allo stadio, in genere, è rispettato dagli ultrà. Ciò, però, non impedisce loro di presenziare alle partite in trasferta e scontrarsi con gli altri supporters fuori dalle strutture. Per questo motivo, infatti, sui treni speciali dei tifosi le FFS hanno predisposto una fermata unica. Anche l'obbligo di presentarsi alla polizia durante la partita in casa ha i suoi limiti: poiché i posti di polizia sono vicine allo stadio, non è garantito che poi le persone destinatarie del provvedimento effettivamente si allontanino dalla zona.
L'efficacia del concordato è quindi oggetto di dibattito: il 57% degli intervistati, principalmente componenti della polizia e delle autorità, è positivo. Il restante 43%, proveniente dalle FFS, dalla polizia dei trasporti e dai club, è più critico. Il rapporto raccomanda propone alcune strade alternative, fra cui una “soluzione elettronica”, con geolocalizzazione, per chi ha l’obbligo di presentarsi alla polizia durante le partite.
387 divieti di accesso allo stadio in quattro campionatiNelle quattro stagioni analizzate, sono stati imposti 387 divieti di accesso allo stadio. La maggior parte di essi aveva una durata inferiore ai due anni. Ad altri 36 è stato ordinato di presentarsi ai posti di polizia. La combinazione di queste misure è utilizzata da molte forze di dell’ordine, ma non da tutte. Va notato che queste decisioni richiedono molto tempo: 168 giorni in media per il divieto di accesso (con valori che variano da uno a 1.165 giorni) e 203 giorni per l'obbligo di denuncia.