Le disavventure di una 29enne finita vittima di una truffa molto elaborata in cui sono già cascati in diversi.
ZURIGO - Sarà sicuramente capitato anche a voi di trovarvi fra le chat di WhatsApp un messaggio in inglese - spesso inviato da una sedicente impiegata di una supposta agenzia interinale - che ci propone un'offerta di lavoro.
La reazione normale è quella di blocca/segnala, e chiusa lì. Ma che succederebbe se rispondessimo che sì, saremmo interessati all'offerta?
«Il primo giorno avevo già guadagnato 300 dollari in criptovalute»
L'ha scoperto (a sue spese) Patrizia*, 29 anni e da tempo a caccia di un nuovo impiego: «Mi hanno colto in un momento di debolezza», confessa a 20 Minuten, «mi ero da poco registrata su di un nuovo portale per la ricerca di lavoro, pensavo che le cose fossero collegate».
Dopo un primo contatto ecco apparire Suzanne, figura che sarà la sua referente diretta e che le spiegherà cosa ci vuole per guadagnare «dai 5'000 ai 15'000 dollari al mese, lavorando da casa in tutta flessibilità».
«L'importante è che tu abbia un pc e una buona connessione, il resto è facilissimo», spiega a Patrizia, «il lavoro si fa tutto attraverso un'app realizzata dai nostri informatici, ti mando subito il link».
Nel portale, griffato truffaldinamente con il nome di un azienda reale con sede nel Regno Unito, la serie di compiti da svolgere - perlopiù scaricare app e valutarle sui vari store - così come il bilancio di quanto guadagnato: «Nella prima giornata di prova, dopo aver completato 30 task, avevo già guadagnato 300 dollari», o almeno così indicava il fittizio portale dell'agenzia.
Tutti i profitti venivano retribuiti in criptovalute ma, ecco apparire il capestro, per incassarli era necessario versare un importo prefissato per “salire di livello“. All'inizio, comunque, tutto sembra pare bene: Patrizia anticipa 100 dollari in criptovalute, e ne incassa 300. La volta successiva un qualcosina in più e ne incassa 500. Insomma, la faccenda sembra funzionare. Sembra.
Prima la carota, poi... la truffa
«Visto che stavo andando così bene, mi hanno aggiunta a una chat di gruppo con altri collaboratori e responsabili, c'era anche Suzanne ed erano tutti gentili e mi motivavano a continuare», ricorda Patrizia. E avrebbe scoperto il perché di lì a poco.
Salendo di gerarchia, infatti, i premi lievitavano notevolmente ma anche il livello richiesto per incassarli: «Avevo circa 10'000 franchi che non potevo toccare perché ero ancora VIP 1 e dovevo arrivare almeno a VIP 4, mi hanno detto che mi avrebbero sbloccato presto, ma nel frattempo mi hanno dato altri task da svolgere», e altri oboli da versare.
Alla fine la 29enne totalizzerà una perdita netta di 9'645 franchi: «Col senno di poi, certo, ho fatto davvero una scemenza ma è un sistema che ti intrappola e ti invoglia ad andare avanti, c'è una componente psicologica - anche legata al gruppo - che è veramente subdola».
Contattata da 20 Minuten, la Mobiliare conferma che quei soldi sono perduti per sempre: «Visto che si tratta di criptovalute, queste non sono coperte da assicurazione, noi in casi come questi non risarciamo».
È andata un po' meglio a Markus*, informatico, che ha deciso di vedere cosa sarebbe successo: «Sapevo che si trattava di una truffa, ho riscattato i miei primi 100 dollari in criptovalute acquistando due buoni della Coop, poi ho detto che smettevo», racconta, «se la sono presa parecchio e mi hanno dato del fallito, poi hanno interrotto i contatti».
*nomi noti alla redazione
Il consiglio della Polizia: mai rispondere, nel caso denunciare
L'unità cybercrimini della Cantonale di Zurigo (che ha un portale ad hoc per questo tipo di truffe, cybercrimepolice.ch) spiega che, in questi casi, è meglio non tentare la sorte. Il consiglio è quello di non rispondere, questo per «evitare che i criminali sappiano che il numero non è attivo». Chi ha subito una truffa di questo tipo è invitato a contattare la propria Polizia e procedere con una denuncia penale. Al momento, solo nel cantone di Zurigo, 70 persone lo hanno già fatto.