Tre anni fa, in seguito a un'overdose, l'attore era stato rianimato dai sanitari di una clinica privata ginevrina.
GINEVRA - Il celebre attore Matthew Perry, trovato morto ieri notte a soli 54 anni, aveva già rischiato la vita tre anni fa in Svizzera. E a salvarlo, in una clinica di lusso di Ginevra, era stato un medico rossocrociato.
Come spiegato dall'attore stesso nella sua biografia "Friends, Lovers, and the Big Terrible Thing", Perry era stato ricoverato d'urgenza nella clinica ginevrina in seguito a un'overdose causata da una combinazione di oppioidi e anestetici. Il cuore della star di Friends aveva smesso di battere, e il medico era riuscito a rianimarlo dopo una lotta durata circa cinque minuti.
In quell'occasione l'attore, che si trovava in Svizzera per disintossicarsi, ha sfiorato la morte a causa di una bugia. Prima di sottoporsi a un'operazione chirurgica Perry si era infatti finto particolarmente sofferente per farsi prescrivere più farmaci. «Stavo bene, certo avevo un senso di vuoto allo stomaco, ma non sentivo alcun dolore», ha scritto nel suo libro, ammettendo che la notte prima dell'intervento aveva preso un antidolorifico dopo l'altro. Appena prima dell'operazione a Perry è poi stata somministrata un'iniezione di Propofol e il mix ha portato l'attore all'overdose.
L'artista si è svegliato 11 ore dopo in un altro ospedale, dove ha appreso che il Propofol gli aveva fermato il cuore per ben cinque minuti. «Non è stato un infarto, non avevo l'elettrocardiogramma piatto, ma aveva smesso di battere», spiega Perry nel suo libro. Il medico, secondo quanto riferito dall'attore, aveva dovuto insistere molto per salvarlo: «Sicuramente non voleva che una star televisiva morisse sul suo tavolo», ha commentato Perry, chiedendosi se non fosse stata proprio la sua celebrità a salvargli la vita: «Si sarebbe arreso dopo tre minuti se non fossi stato in "Friends"?».