La mostra promette esperienze immersive in una sala coperta da specchi e di perdersi in creazioni con la luce stroboscopica.
LOSANNA - Il Museo cantonale di Belle Arti (MCBA) di Losanna esplora le origini dell'arte immersiva. Un'arte attualmente in voga, impiegata dall'industria dell'intrattenimento, ma emersa già nella seconda metà del 20esimo secolo.
Visibile dal 4 novembre fino al prossimo 3 marzo, "Immersione. Le origini: 1949-1969" svela 14 installazioni immersive, in gran parte ricostruite per la prima volta dalla loro creazione, ha indicato oggi il direttore del MCBA Juri Steiner nel corso della presentazione dell'esposizione.
Steiner ha evocato opere "audaci" che, all'epoca della loro creazione, erano accantonate in alcune gallerie d'arte. «I musei non erano pronti (a esporle, ndr). Queste opere avrebbero fatto scandalo», ha rilevato.
Diventata ormai alla moda, l'arte immersiva al giorno d'oggi fa parlare di sé con, fra le altre, proiezioni giganti di quadri di pittori celebri, come Klimt, Van Gogh e Frida Kahlo. Rischiando talvolta di "tradire" un'opera, non concepita per questo tipo di "spettacolo", ha fatto notare il curatore della mostra Camille Lévêque-Claudet.
Le opere presentate al MCBA sono invece state "appositamente concepite per essere immersive", ha affermato. È quindi possibile "entrarci dentro" e vivere "un'esperienza multisensoriale", ha aggiunto Choghakate Kazarian, co-curatore.
Opere immersive, dallo spazio all'LSD
L'esposizione si apre con una creazione dell'87enne bernese Christian Megert che, in una sala coperta da specchi, permette ai visitatori di "sdoppiarsi all'infinito". Poco più in là, si può entrare in una "caverna" di mousse rosa, camminare in uno "spazio lunare" riempito di biglie in polistirene o deambulare in una sala colma di piume.
Un'opera che mescola palloncini fluttuanti, luce stroboscopica e musica psichedelica simula "l'esperienza dell'LSD". In un'altra creazione, un corridoio che si stringe progressivamente, si approccia la claustrofobia.
Fra le installazioni si trova anche quella dell'italo-argentino Lucio Fontana (1899-1968), considerato come il pioniere dell'arte immersiva. La sua opera "Ambiente spaziale a luce nera" (1949) fa riferimento alla conquista dello spazio con una scultura in forma di virgola ricoperta di pittura fluorescente.
I due curatori hanno sottolineato che la mostra intende suscitare varie emozioni, dalla felicità all'angoscia. Questa permette anche di vivere «un'esperienza fisica e corporea, in un'epoca in cui tutto è virtuale», ha stimato Steiner.