Scoperto dalle autorità cantonali un caso di dumping salariale in un cantiere edile a Pratteln: mancano circa 739'000 franchi.
PRATTELN - L'Ufficio per la sorveglianza del mercato del lavoro di Basilea (Arbeitsmarktkontrolle für das Baugewerbe - AMKB) ha scoperto un importante caso di dumping salariale durante lo smantellamento della fabbrica chimica Rohner a Pratteln. Secondo le autorità cantonali, nel cantiere hanno lavorato 90 dipendenti, con salari miseri di nove franchi l'ora (in media) e in alcuni casi quasi 60 ore settimanali. Secondo le stime rese pubbliche le persone coinvolte sono state truffate per un valore di circa 739'000 franchi.
«Questa non è solo una frode ai danni dei lavoratori, ma anche all'economia. Le aziende svizzere non hanno alcuna possibilità di aggiudicarsi i concorsi in queste condizioni» ha denunciato la Camera di commercio. I lavoratori edili provenienti da Polonia, Lettonia e Lituania erano stati assunti dalla filiale svizzera del gruppo olandese Gerritsen. L'AMKB accusa ora il gruppo leader Gerritsen di gravi violazioni della legge sul distacco dei lavoratori in Svizzera.
La società però non è stata ancora sanzionata. L'azienda ha ancora tempo per presentare i documenti: verrà concessa un'udienza legale. A gennaio 2024 una commissione deciderà poi sulle penalità contrattuali e chiederà alle autorità cantonali di Canton Basilea Campagna un divieto di servizio, che escluderebbe Gerritsen da concorsi futuri.
Queste accuse però non sono nuove. Il cantiere aveva già suscitato sospetti nella primavera del 2021. All’epoca il gruppo Gerritsen aveva negato di sfruttare i suoi dipendenti. Secondo l'accusa gli operai restavano in cantiere dalle undici alle dodici ore, ma gli elenchi riportavano solo giorni di quattro, cinque, sei e sette ore e talvolta anche giorni di zero ore. Secondo l'AMKB il salario pagato è stato calcolato utilizzando la tariffa oraria di 25 euro, da cui poi è risultato il numero di ore lavorative.
Unia si è detto sconvolto dal caso e ha chiesto subito maggiori poteri agli organi di controllo. «I Cantoni e gli organi di controllo devono avere la possibilità di ordinare l'interruzione del lavoro in casi estremi», ha affermato il sindacato. Bisognava chiarire le violazioni salariali quando le accuse sono state rese pubbliche per la prima volta. «Ora dopo anni le violazioni sono state confermate, ma le società colpevoli sono scomparse da tempo e l’esecuzione della denuncia è ancora incerta».