La ricetta di Albert Rösti: in tv più informazione e cultura, meno sport e intrattenimento. Sondaggio: cosa preferisci vedere in tv?
Il Consiglio federale invita a respingere l'iniziativa popolare "200 franchi bastano!
BERNA - Entro il 2029 il canone radio-tv dovrebbe scendere dagli attuali 335 a 300 franchi all'anno.
Inoltre, le imprese con un fatturato annuo soggetto all'IVA fino a 1,2 milioni di franchi dovrebbero essere esentate dal canone (attualmente fino a 500'000 franchi). È quanto propone oggi il Consiglio federale, in risposta all'iniziativa popolare "200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)", che raccomanda di respingere.
La decisione dell'Esecutivo conferma un'indiscrezione in tal senso che era già trapelata negli scorsi giorni sulle pagine della NZZ.
«L'iniziativa avrebbe effetti di vasta portata sull'offerta»
L'iniziativa, che prevede per la Società svizzera di radiotelevisione una riduzione dei proventi del canone dagli attuali 1,25 miliardi di franchi a circa 650 milioni, avrebbe effetti di vasta portata sull'offerta giornalistica e sul radicamento regionale della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) con la sua organizzazione federalista, precisa l'esecutivo in una nota odierna.
Il Governo ha pertanto incaricato il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di avviare una procedura di consultazione per una revisione parziale dell'ordinanza sulla radiotelevisione.
Un cambiamento in due tappe, e il cambiamento per le aziende
Da un lato, il Consiglio federale intende ridurre, entro il 2029, il canone per le economie domestiche in due tappe dagli odierni 335 franchi a 300 franchi all'anno. L'imposta verrà quindi ridotta in due fasi: a 312 franchi nel 2027 e a 300 franchi nel 2029. Dall'altro, il Governo vuole esentare dal canone le imprese con un giro d'affari annuo soggetto all'IVA fino a 1,2 milioni di franchi (attualmente la soglia di esenzione è di 500 000 franchi.).
La procedura di consultazione durerà fino al primo febbraio 2024. Prima delle vacanze estive, il Consiglio federale presenterà poi al Parlamento il messaggio sull'iniziativa SSR e contemporaneamente, alla luce dei risultati della consultazione, adotterà l'ORTV parzialmente riveduta.
Più informazione e cultura, meno sport e intrattenimento
La nuova concessione della SSR sarà quindi elaborata dopo la votazione popolare sull'iniziativa SSR, prevista per il 2026. Sarà valida a partire dal 2029, precisa ancora il Governo. Durante la conferenza stampa è stato dunque puntualizzato che la SRG riceve un chiaro mandato di risparmio e deve trasformarsi e concentrarsi maggiormente sui contenuti audio e audiovisivi. Albert Rösti ha ribadito che la SRG si trova in un contesto difficile e, in particolare, raggiungere le giovani generazioni sta diventando sempre più difficile.
«Per questo è importante la trasformazione della SSR. L'informazione, l'educazione e la cultura dovrebbero essere al centro dell'attenzione, mentre l'intrattenimento e lo sport dovrebbero essere ridimensionati e coprire solo le aree in cui gli altri fornitori non operano». Inoltre la SSR dovrebbe continuare a essere ancorata a livello regionale, e nello stesso tempo rappresentare una minore concorrenza per il settore privato, in particolare nei settori dello sport e dell'intrattenimento.
Si voterà verosimilmente nel 2026
Rösti ha fatto notare che l'iniziativa “200 franchi bastano” avrebbe effetti di vasta portata sulla SSR e sulle sue strutture e che solo dopo l’iniziativa verrà redatta una nuova concessione, che dovrebbe essere presentata al popolo nel 2026 e che entrerà in vigore dal 2029.
«Le aziende - ha spiegato Rösti - verseranno alla SSR circa 11 milioni in meno. Il prelievo sulle famiglie aggiungerà altri 159 milioni. La SRG perderà circa 20 milioni a causa della perdita di introiti pubblicitari. A ciò si aggiunge l'adeguamento al costo della vita che la SSR dovrà sostenere».
In conferenza stampa i giornalisti hanno chiesto quanti soldi riceveranno in meno ora le tv private. È stato spiegato che non è prevista nessuna riduzione per i media privati.
Finora hanno ricevuto il 6% del canone. Per quanto riguarda gli eventuali licenziamenti, Rösti ha riferito che si tratterebbe di diverse centinaia di posti di lavoro persi. E ha aggiunto: «Tuttavia, per un'azienda di queste dimensioni, i licenziamenti avverrebbero il più possibile nell'ambito della naturale fluttuazione e della necessaria.