Macron ha ricordato l'importanza che Svizzera e Unione europea collaborino. Berset: «Cari amici francesi, sarete sempre i benvenuti»
BERNA - C'era tanta gente su piazza federale per dare il benvenuto al presidente francese Emannuel Macron che tra oggi e domani sarà in Svizzera per una Visita di Stato dal sapore storico. Era infatti da quasi dieci anni che un Capo di Stato francese non visitava il nostro Paese (l'ultimo fu François Hollande nel 2015).
Macron dopo aver salutato le numerose persone davanti a Palazzo federale, ha tenuto un discorso conciliante - i rapporti tra i due Paesi negli ultimi tempi si erano un po' raffreddati anche a causa del mancato acquisto da parte di Berna dei caccia transalpini - nella Sala dei Passi Perduti.
«Siamo molto felici di essere qui in una sala che è il simbolo della democrazia elvetica», ha esordito Macron, ricordando le varie crisi che stanno investendo l'Europa e il Medio Oriente. «Non possiamo restare indifferenti. Né alla guerra in Ucraina, né a quella nel Nagorno-Karabakh, né all'aggressione di Hamas a Israele e al conseguente bombardamento di Gaza».
In questo contesto complicato per il Vecchio Continente, Macron ha poi invitato a rafforzare «le dinamiche costruttive in tutti i campi», come l'ambiente, la salute e l'istruzione. È anche in questo contesto che occorre ridefinire le relazioni tra Berna e Bruxelles. «Poiché l'Unione europea ha bisogno della Svizzera e la Svizzera, lo credo profondamente, ha bisogno dell'Unione europea».
Per Macron le relazioni tra la Confederazione e l'Ue sono a un punto di svolta. «Sono qui per portare un messaggio di fiducia e di azione», allo scopo di concludere i negoziati avviati ormai 15 anni fa.
«Paesi amici»
I «600 chilometri di frontiera» tra Francia e Svizzera sono «fondamentalmente solo una divisione amministrativa», ha poi sottolineato il presidente francese, ricordando che è in Svizzera che vive la più grande comunità di francesi all'estero. Sono 200 mila i francesi residenti nella Confederazione ai quali si aggiungono ogni giorno 200 mila frontalieri, ha aggiunto Macron, che ha parlato di «Paesi amici».
Alludendo ai riferimenti storici citati da Berset, Macron ha menzionato il Trattato di Friburgo del 1516, che ha instaurato la «pace perpetua». È un accordo che ha portato quasi tre secoli di pace in Europa, dopo la battaglia di Marignano, ha ricordato il presidente francese. E proprio oggi «il presidente Berset e io stesso abbiamo voluto annunciare congiuntamente l'iniziativa franco-svizzera di iscrivere questo trattato nel registro della Memoria del Mondo dell'UNESCO». Il presidente ha poi concluso il proprio intervento celebrando l'amicizia tra le due nazioni. « Viva la Francia. Viva la Svizzera. E viva l'amicizia tra la Francia e la Svizzera».
«Sarete sempre benvenuti in Svizzera»
In precedenza, il presidente della Confederazione Alain Berset aveva ringraziato Macron e la Francia per «non aver isolato» la Svizzera, facendo anch'esso notare le somiglianze tra i due Paesi.
Berset ha pure ricordato i momenti difficili, precisando che ora «discutiamo calorosamente tra di noi». Il presidente della Confederazione ha poi citato numerosi artisti ed esponenti della cultura che uniscono i due paesi. «Ciò che ci rende vicini è una vasta cultura e la stessa lingua»,
Nel suo discorso Berset ha poi ricordato le storiche relazioni tra la Svizzera e la Francia. «Il mondo - ha ricordato - è stato indebolito dalla pandemia e ora sta sanguinando a causa della brutale guerra in Ucraina e del crescente antisemitismo. Ma ci sono soluzioni politiche. La Svizzera è pronta al dialogo e promuove la pace». Berset ha concluso il suo discorso con le parole: «Cari amici francesi, sarete sempre i benvenuti in Svizzera».