Lo ha stabilito Il Tribunale amministrativo federale (TAF).
Il sistema di riscossione decrescente previsto da Berna svantaggia le Pmi e viola quindi il principio della parità di trattamento.
SAN GALLO - Secondo i giudici sangallesi, il canone per le aziende viene calcolato in base al fatturato mondiale dichiarato all'Amministrazione federale delle contribuzioni. Le società con un fatturato inferiore a mezzo milione di franchi ne sono esonerate, mentre le altre sono soggette a una tariffa scaglionata su 18 livelli.
Il nuovo canone è stato introdotto dal Consiglio federale il 1° gennaio 2021, dopo che nel 2019 il TAF aveva dichiarato incostituzionale la precedente tassa di riscossione. In seguito al ricorso di quattro società, il tribunale è stato chiamato a riesaminare il canone per le aziende.
Sistema decrescente criticato
In una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che il sistema di riscossione decrescente è contrario alla parità di trattamento. Infatti, l'onere fiscale diminuisce sì a ogni livello, ma in modo svantaggioso per le piccole imprese. Esse subiscono pertanto un onere relativo molto più pesante rispetto alle grandi.
Poiché il Consiglio federale ha promesso di rivedere il sistema ogni due anni, il TAF ha privilegiato la certezza del diritto e la proporzionalità. Di conseguenza, le decisioni contestate non sono state annullate e gli importi del canone 2021 restano dovuti. Tuttavia, il tribunale raccomanda al Governo di introdurre un sistema progressivo o parzialmente lineare.
La legge attuale prevede anche la possibilità per le aziende di unirsi e pagare un'unica tassa se il gruppo è composto da almeno 30 società. Anche questo sistema è illecito: secondo il tribunale, la base legale è insufficiente e la soglia di 30 aziende è stata fissata in modo arbitrario e solo un piccolo numero di aziende potrà beneficiarne.
La decisione non è definitiva e può essere ancora impugnata davanti al Tribunale federale.