Il rapporto: la maggior parte di questi decessi sono dovuti a malattie professionali
GINEVRA - Quasi tre milioni di lavoratori muoiono ogni anno nel mondo a causa di incidenti e malattie professionali. La maggior parte di questi decessi, pari a 2,6 milioni di vittime, sono dovuti a malattie professionali. Lo afferma un rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) reso noto ieri a Ginevra. Gli incidenti sul lavoro rappresentano 330.000 decessi aggiuntivi.
Le malattie circolatorie, le neoplasie maligne e le malattie respiratorie sono tra le tre principali cause di morte correlata al lavoro. Sommate «queste tre categorie rappresentano più di tre quarti della mortalità correlata al lavoro», afferma il rapporto. Gli uomini sono più colpiti delle donne.
L'agricoltura, l'edilizia, la silvicoltura, la pesca e l'industria manifatturiera sono i settori più pericolosi, con 200.000 incidenti mortali all'anno, ovvero oltre il 60% di tutti gli incidenti mortali sul lavoro. In particolare, evidenzia il rapporto, un incidente mortale sul lavoro su tre nel mondo concerne lavoratori agricoli. Intitolato "A Call for Safer and Healthier Working Environments" lo studio evidenzia che i decessi legati al lavoro sono distribuiti in modo non uniforme tra uomini e donne: il tasso di mortalità maschile (108,3 per 100.000 nella forza lavoro) è significativamente più alto del tasso femminile (48,4 per 100.000).
In termini di distribuzione regionale, l'Asia e il Pacifico detengono la quota più elevata, contribuendo a quasi il 63% della mortalità globale correlata al lavoro, a causa delle dimensioni della popolazione attiva della regione. Il rapporto stima inoltre che 395 milioni di lavoratori in tutto il mondo abbiano subito incidenti non mortali sul lavoro, danneggiando la loro salute e causando assenze dal lavoro.
I nuovi dati saranno presentati al 23° Congresso mondiale sulla sicurezza e la salute sul lavoro, una delle più grandi conferenze internazionali su questo tema, che si terrà a Sydney dal 27 al 30 novembre prossimi.