La realizzazione di nuovi reattori venne vietata in Svizzera nel 2017.
Colpo di scena sul futuro "nucleare" della Svizzera. Il Governo infatti, sostenendo una mozione presentata dal PLR per eliminare il divieto di costruire nuove centrali nucleari, rompe un tabù e apre a un nuovo dibattito sul tema.
A tal proposito va subito ricordato come la realizzazione di nuovi reattori nucleari venne vietata in Svizzera nel 2017 quando il 58% degli elettori approvò una legge sull'energia che interveniva a tal proposito. E anche il PLR si era detto favorevole alla strada intrapresa.
Passati però sei anni ecco il cambiamento, giustificato dalla presunta carenza di elettricità come spinta a mettere in funzione nuove centrali nucleari o, quantomeno, a discuterne. Già negli anni passati il dibattito era acceso.
E così il Consiglio federale, grazie all'iniziativa del ministro dell’Energia Albert Rösti, raccomanda al Parlamento di accettare un postulato presentato dal presidente del PLR, Thierry Burkart, che chiede appunto di riesaminare l’opportunità di costruire nuovi reattori nucleari. A darne la notizia sono Le Matin Dimanche e SonntagsZeitung. Il postulato chiede una relazione sulle misure necessarie per garantire che la disattivazione delle vecchie centrali nucleari avvenga «senza rischi per l'approvvigionamento». Oppure le condizioni alle quali si potrebbe prolungare la vita produttiva di queste centrali. Infine, il governo dovrà considerare lo "scenario di nuova costruzione".
Il futuro - Il postulato sarà discusso durante la sessione invernale del Parlamento, che inizierà il 4 dicembre a Berna. L’esito del dibattito è incerto. Secondo SmartVote, la lobby antinucleare ha 105 voti, contro i 95 voti in Consiglio nazionale. Al Consiglio degli Stati, i favorevoli al nucleare hanno invece la meglio.
Il Consiglio federale dovrà studiare cosa deve essere modificato per poter aggiungere reattori ai siti nucleari esistenti e sottolinea che l'accettazione del postulato di Burkart non è una condizione preliminare per l'abolizione del divieto di costruire nuove centrali. L'obiettivo è «poter prendere decisioni con cognizione di causa».
"Ipotesi errate
Soddisfatto il leader del PLR perché a suo dire «la strategia energetica è stata concepita sulla base di ipotesi errate, ovvero che grazie al risparmio energetico non avremmo avuto bisogno di più elettricità fino al 2050. Tuttavia, dato il boom delle auto elettriche e delle pompe di calore, secondo l'EPFZ sarà necessario il 50% in più di elettricità. Naturalmente, dobbiamo sviluppare le energie rinnovabili e firmare un accordo sull'elettricità con l'UE. Ma questo non sarà sufficiente», afferma Thierry Burkart.
Questo postulato sarà affrontato durante la sessione che inizierà il 4 dicembre a Berna. Polemica garantita.
Reazioni - Per i Verdi, la sinistra e parte del centro, la costruzione di nuove centrali atomiche non è un'opzione in nessun caso. Lo smaltimento delle scorie radioattive rimane un problema e non si può mai escludere un disastro come quello di Fukushima.
Per l'attivista antinucleare Nils Epprecht, direttore della Fondazione svizzera per l'energia, questo postulato contraddice i valori fondamentali della DPP: «È il colmo per un liberale voler mantenere in vita le vecchie centrali spendendo miliardi su di esse, anche se stanno inesorabilmente raggiungendo la fine della loro vita tecnica». L'esito del dibattito è incerto.