SVIZZERA «Tassare l'esercito» per evitare un debito di 3,9 miliardi

BERNA - È così ben nascosta che finora è passata inosservata. La frase in questione si trova alla fine di un documento di quattro pagine pubblicato il 13 novembre scorso dalla commissione delle Finanze del Consiglio degli Stati.

Prima ancora di scrivere quella frase, la commissione si lamenta del fatto che il margine di manovra finanziario della Confederazione è «sempre più ridotto». Per mesi ha infatti contrattato per il preventivo federale 2024. Alla fine è riuscita a presentare un bilancio che soddisfa (di poco) i requisiti: in riserva rimangono 14,7 milioni. E questo su un fatturato di circa 83 miliardi.

Ma la commissione rimane relativamente ottimista per il 2024. La situazione comincerà a peggiorare "soltanto" a partire dal 2025, almeno secondo le previsioni presentate il 22 novembre dal Dipartimento federale delle finanze, diretto dalla Consigliera federale Karin Keller-Sutter (PLR).

Le cifre in questione sono significativamente peggiori rispetto a quelle precedentemente presentate da Keller-Sutter. La Confederazione rischia infatti di ritrovarsi con un deficit strutturale di 2,4 miliardi di franchi a partire dal 2025. E il deficit è destinato ad aumentare fino a raggiungere i 3,9 miliardi di franchi entro il 2032.

Un tale deficit può sembrare moderato rispetto ad altri Paesi. Ma in Svizzera è illegale: il freno all'indebitamento (iscritto nella Costituzione nel 2001) vieta al Consiglio federale e al Parlamento di andare in rosso. Ciò significa che il buco multimiliardario annunciato dalla consigliera federale dovrà essere colmato con misure di riduzione dei costi o con nuove entrate.

E questo ci porta alla dichiarazione della commissione Finanze del Consiglio degli Stati: «Tassare l'esercito».

Molti membri della commissione sono infatti pronti a considerare l'impensabile: la reintroduzione di una tassa federale per la Difesa. L'ultima volta che è stata introdotta è stato durante la Seconda guerra mondiale.