Lo stile e l’aspetto fisico giocano un ruolo importante nella selezione dei curriculum. Gli esperti: «Occhio alle discriminazioni».
BOSTON/ BERNA - Abbigliamento informale o giacca e cravatta? Con o senza occhiali? Secondo un nuovo studio della Harvard Business School, l’abbigliamento e lo stile scelti nelle foto del curriculum non sono secondari. Anzi, giocano un ruolo importante nel processo di candidatura.
Lo studio ha analizzato 63’000 offerte su Linkedin e 163’000 persone in cerca di lavoro che hanno fatto richiesta. I ricercatori hanno scoperto che alcuni accessori o caratteristiche fisiche danno un vantaggio ai candidati. Gli uomini alla ricerca d’impiego nel settore informatico, per esempio, sono avvantaggiati se portano gli occhiali o hanno un computer nella foto del profilo. Le donne che indossano occhiali da lettura e un abbigliamento artistico hanno ottenuto risultati migliori nello studio. Sono state giudicate più adatte a lavori di grafica.
Quanto contano i pregiudizi?
Secondo Anja Mücke, docente di gestione e organizzazione del personale all'università di Scienze applicate e arti della Svizzera nordoccidentale, «esiste un gran numero di studi in grado di dimostrare che le caratteristiche “esterne” svolgono un ruolo nel processo di selezione».
I pregiudizi, quindi, entrano in gioco. L’esperto di risorse umane Jörg Bruckmann sottolinea come, per esempio, gli uomini più alti siano considerati più assertivi e abbiano maggiori probabilità di ottenere un ruolo di leadership. «Le persone di bell’aspetto - continua - sono più agevolate sul lavoro e anche nella vita»
Tuttavia, secondo Bruckmann, non ha senso trarre conclusioni sulle capacità di una persona in base ai suoi connotati fisici: «Ci sono molte attività nel settore delle risorse umane che non vogliono una foto nella candidatura».
Per Mücke si tratta, soprattutto, di una sfida per i datori di lavoro. In un processo di reclutamento professionale, la percezione e le tendenze di valutazione dovrebbero essere ridotte al minimo: «Nell'attuale carenza di lavoratori qualificati, basare il reclutamento sull'aspetto non è professionale e parecchio discriminatorio».
Secondo Mücke, le aziende dovrebbero essere interessate a raggiungere una maggiore diversità nei vari profili professionali: «Non ha senso - conclude - fingere di essere un nerd del computer per se non lo si è. Inoltre: perché si dovrebbe desiderare un lavoro per il quale ci si deve "travestire?"».