Le organizzazioni ambientaliste contestano la nuova ordinanza in vigore
BASILEA - La Confederazione e i Cantoni non si attengono al criterio della proporzionalità nell'attuazione della nuova ordinanza sulla caccia e ignorano l'importanza del ruolo del lupo per l'ecosistema boschivo. È l'accusa lanciata da varie organizzazioni a tutela della natura, che chiedono alla giustizia di pronunciarsi sulla legittimità di alcune decisioni di abbattimento.
Il diritto vigente viene violato, scrivono in una nota congiunta Pro Natura, WWF Svizzera e BirdLife Svizzera. Secondo le associazioni ambientaliste, quella in corso è una caccia al lupo anziché una regolazione mirata di una specie protetta al fine di evitare danni rilevanti.
Nella fattispecie, gli ordini che dovrebbero essere riesaminati dai tribunali sono quattro degli otto riguardanti i Grigioni (abbattimento dei branchi Stagias e Vorab e regolazione di quelli Jatzhorn e Rügiul) e tre dei sette concernenti il Vallese (abbattimento dei branchi Hauts-Forts, Nanztal e Isérables-Fou).
Nelle continue discussioni sui danni provocati dal lupo, si legge nel comunicato, non viene quasi mai menzionato il suo ruolo per l'ecosistema forestale. Prima di autorizzare una regolazione, viene sottolineato, occorre considerare anche l'apporto positivo del grande predatore: la sua presenza contribuisce infatti a mantenere gli effettivi di animali selvatici compatibili con i cicli naturali e la rigenerazione dei boschi di protezione.
L'ordinanza attuale e i piani di abbattimento di alcuni Cantoni non adempiono al mandato di protezione conferito all'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), lamentano le organizzazioni. A loro avviso, il testo, entrato in vigore lo scorso 1° dicembre, è unilateralmente volto all'uccisione dei lupi. Il Parlamento, ricordano, aveva chiaramente ribadito che l'abbattimento di interi branchi dovesse rimanere un'eccezione assoluta e che vi si potesse ricorrere esclusivamente in caso essi fossero fuori controllo.
Contrariamente alle rassicurazioni del Consiglio federale, ora sono stati autorizzati persino abbattimenti di branchi che hanno predato soltanto pochissimi animali da reddito. Vista dunque la mancanza di proporzionalità delle azioni decise contro una specie protetta, la richiesta è che la giustizia analizzi la conformità alla legge di alcune delle decisioni prese nei casi grigionesi e vallesani. Tutto questo, assicurano le organizzazioni, non tange il margine di manovra accordato ai Cantoni per intervenire in modo proattivo sugli effettivi "quando si tratta di prevenzione plausibile di danni rilevanti".