Moltiplicate le manifestazioni di ostilità nei confronti di esponenti del mondo politico. Tavola rotonda con Baume-Schneider.
BERNA - La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha condotto oggi una tavola rotonda sui discorsi d'odio (Hate Speech) nella politica svizzera. L'evento si deve a un aumento negli ultimi mesi dell'ostilità nei confronti dei politici.
L'incontro svoltosi a Berna ha riunito una trentina di rappresentanti di partiti, autorità di sicurezza, associazioni, università e organizzazioni della società civile, si legge in un comunicato odierno del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).
Le numerose minacce e aggressioni nei confronti di donne e uomini in politica dimostrano che i discorsi d'odio sono un problema in Svizzera. Baume-Schneider ha colto l'occasione per sottolineare i limiti della libertà di espressione, ricordando che l'incitamento all'odio è contrario ai valori di una società liberale e democratica.
Dalla discussione è emerso che, sebbene la polizia abbia registrato meno casi di ostilità dopo la pandemia, i modi restano brutali e violenti. Il problema non riguarda solo la politica federale, ma anche quella comunale e cantonale. Il DFGP ha commissionato all'Università di Zurigo uno studio sul tema.
Per contrastare il fenomeno ora s'intende esaminare anche la possibilità di intensificare le attività d'informazione e di prevenzione. Secondo gli esperti - viene sottolineato nella nota - la situazione dovrebbe distendersi disciplinando più severamente le piattaforme di comunicazione come Facebook, X (ex Twitter), Google e YouTube. Un progetto da porre in consultazione è in elaborazione.