Sono i risultati dell’analisi compiuta dalla società di reclutamento “Datapeople”: scandagliati due milioni di annunci di lavoro.
BERNA - Alle prime armi si è definiti, di solito, “junior project manager”. Poi, dopo alcuni anni di lavoro, si diventa “senior project manager”. Infine, una volta accumulata esperienza, si viene promossi “lead project manager”. Sono termini inglesi, sulla carta utilizzati per definire un percorso di crescita professionale. Ma oggi, come dimostra un’analisi compiuta dalla società di reclutamento “Datapeople”, non è più così.
Sempre più "senior", sempre meno "junior"
L'analisi di oltre due milioni di annunci di lavoro nel settore tecnologico mostra che, dal 2019, i reclutatori hanno triplicato l'uso del titolo "lead" per posizioni che in realtà sono destinate a giovani professionisti. Allo stesso tempo, l'uso del termine "junior" negli annunci si è dimezzato. «Invece di aumentare o promuovere qualcuno, si concede un premio di consolazione quale il titolo gonfiato», commenta lo psicologo aziendale svizzero Christian Fichter.
Per Matthias Mölleney, docente di Gestione delle risorse umane presso la Zurich School of Business, «poiché la carenza di manodopera qualificata è aumentata e la fidelizzazione dei dipendenti è diventata sempre più difficile, le persone sono più propense ad assegnare un titolo di questo tipo come un premio».
Le conseguenze negative
Fichter ritiene che l'inflazione dei titoli di lavoro porti a una percezione distorta delle qualifiche e delle competenze: «Può essere demotivante per coloro che hanno lavorato duramente per ottenere le proprie qualifiche». Inoltre, l'indagine mostra che l'uso inappropriato del termine "senior" può ridurre del 39% il numero di candidature idonee.
Un'altra ragione, secondo Fichter, potrebbe essere che le aziende cercano di soddisfare il desiderio di una promozione e di un riconoscimento più rapidi senza offrire cambiamenti sostanziali in termini di responsabilità, sviluppo della carriera o retribuzione.