Dal 1 gennaio è entrata in vigore la misura che elimina il tributo sui prodotti industriali
BERNA - L'anno nuovo porta novità sul fronte degli scambi commerciali: dal 1° gennaio infatti la Svizzera non applica più alcun dazio sull’importazione dei prodotti industriali. Qualche esempio? Materie prime, sale, semilavorati e macchinari, ma anche beni di consumo come biciclette, elettrodomestici, indumenti, scarpe.
«Non sono invece considerati prodotti industriali i prodotti agricoli, inclusi animali vivi e piante, generi alimentari e voluttuari, prodotti agricoli trasformati, sementi e alimenti per animali e i prodotti della pesca. L’importazione in Svizzera di prodotti agricoli continuerà a essere sottoposta ai dazi doganali» viene precisato in una nota diramata stamane dalla Segreteria di Stato dell'economia.
Dieci anni di lavori preparatori per giungere a questa misura e benefici economici per oltre 860 milioni di franchi - L'eliminazione dei dazi sui beni industriali alla frontiera giunge «al termine di dieci anni di lavori preparatori» e «viene così attuata una misura significativa di politica commerciale per il nostro Paese, che consentirà un guadagno annuo superiore agli 860 milioni di franchi in termini di prosperità». L’abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali - sottolinea la SECO - rafforza «la piazza economica e industriale elvetica sgravando a livello sia finanziario che amministrativo imprese e consumatori. L’abolizione agevola la creazione di fattori produttivi più competitivi accrescendo così la diversificazione e la produttività delle imprese svizzere situate sia sul territorio nazionale che all’estero. Ne risulteranno relazioni commerciali più efficienti e una rinsaldata concorrenza».
Sgravio amministrativo delle imprese - Parallelamente all’abolizione dei dazi sui prodotti industriali sono previste semplificazioni nella tariffa doganale svizzera e «nel settore della prova dell’origine che contribuiranno allo sgravio amministrativo delle nostre imprese. In un contesto di concorrenza efficace si può partire dal presupposto che anche i consumatori beneficeranno di questo risparmio». La Confederazione procederà a un monitoraggio delle ripercussioni sui prezzi dei prodotti in questione.
Continuerà a vigere l'obbligo della dichiarazione di importazione e il versamento dell'imposta sul valore aggiunto - L’abolizione dei dazi sui prodotti industriali non comporterà alcun adeguamento delle procedure di sdoganamento: questo significa che continuerà dunque a vigere l’obbligo della dichiarazione d’importazione «e il versamento di altre tasse e tributi, inclusa l’imposta sul valore aggiunto».
«Un chiaro segnale a favore dell'ampliamento di flussi commerciali privi di barriere» - In un clima sempre più protezionistico, smantellando gli ostacoli doganali la Svizzera – quale economia di piccole dimensioni ma fortemente integrata nel tessuto economico – «lancia un chiaro segnale a favore del mantenimento e dell’ampliamento di flussi commerciali privi di barriere».
Le ripercussioni economiche dopo l’abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali - La strada per arrivare alla misura entrata in vigore oggi, come si diceva, è partita da molto lontano ed è stata elaborata attraverso una serie di valutazioni che - prima di elaborare il messaggio - il Consiglio federale aveva commissionato. Ed era emerso che, sulla base dei dati commerciali 2016, si poneva in essere«un guadagno di circa 860 milioni di franchi in termini di prosperità risultante, da un lato, dal risparmio diretto delle imprese sui dazi doganali (che ammontava a circa 490 milioni) e dall’altro da sgravi amministrativi per circa 100 milioni di franchi» scrive la SECO.
A ciò si aggiungono gli effetti indiretti dovuti per esempio all’aumento della produttività delle imprese, che la SECO valuta in circa 270 milioni di franchi. Sulla base delle importazioni svizzere del 2022, invece, «il risparmio indiretto sui dazi doganali sarebbe nel frattempo addirittura di 600 milioni di franchi».
«Nessuna misura diretta per compensare le entrate doganali che verranno meno» - La Confederazione - chiarisce la Segreteria di Stato dell'economia - non ha previsto alcuna misura diretta «per compensare le entrate doganali che verranno meno. Tuttavia, stando agli studi preliminari, si può presupporre che l’abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali porterà a una migliore performance economica e, quindi, a maggiori entrate fiscali, compensando in tal modo circa il 30 per cento delle entrate mancanti». Da un punto di vista economico globale, per la Confederazione gli effetti positivi della misura «superano di gran lunga le perdite» afferma la SECO.