Un quarantenne ha scoperto dopo sei anni di non essere il padre del figlio avuto dalla relazione con una donna di Berna.
Il Tribunale federale ha respinto la richiesta di disconoscimento.
GINEVRA - Scopre di non essere il padre biologico di suo figlio, chiede di annullare la paternità, ma il Tribunale federale di Ginevra glielo ha negato, respingendo alla fine del 2023 la sua richiesta. La motivazione? Ha aspettato troppo a lungo per sottoporsi al test del DNA, senza «alcun motivo valido che potesse rendere scusabile tale ritardo». Il quarantenne rimane dunque formalmente il padre del bambino, che ora ha nove anni, nonostante il test genetico dica altro.
La storia è iniziata nel 2014, quando l'uomo ha avuto una breve relazione con una donna di Berna, riporta la Tribune de Genève, da cui è nato un bambino. Ai tempi, il 40enne si era impegnato riconoscendolo e versando mensilmente i 250 franchi per mantenimento e la cura.
Nel frattempo, gli esami del sangue hanno mostrato che il bambino è portatore di anemia falciforme, una malattia che colpisce i globuli rossi. La patologia è ereditaria e si manifesta quando i genitori sono entrambi portatori sani della mutazione.
Qualcosa non torna
Negli anni il padre ha proseguito la sua vita, sostenendo economicamente il presunto figlio. Solo successivamente scoprirà di non essere portatore di anemia falciforme: nel 2019, dopo aver incontrato un'altra donna, si è sottoposto a un test genetico che ha rivelato di non essere portatore del gene della malattia ereditaria.
Nel 2020, in concomitanza della nascita di un altro figlio, ha deciso in seguito di ripetere il test genetico e che, ancora una volta, ha confermato la negatività. Insomma, i due test mostravano che non poteva essere il padre del bambino nato sei anni prima.
Il primo ricorso nel 2022
Nell'agosto del 2022, la sua prima richiesta era stata respinta in prima istanza. Confermata poi dal Tribunale d'appello. Il verdetto definitivo a fine 2023, dal Tribunale federale che ha infranto ogni speranza.
Una questione di tempo
Questa storia insegna che non è possibile disconoscere un figlio a distanza di anni dalla nascita. La giurisprudenza impone dei termini ben precisi: il richiedente deve infatti fornire "la prova di quando e come ha appreso di non essere il padre del bambino che aveva riconosciuto [...] entro un anno dal giorno in cui è stato scoperto l'errore". Le eccezioni ci sono, ma la legge prevede che i limiti temporali possano essere prorogati solo per "validi motivi per ritenere il ritardo scusabile".
Le scusanti presentate dall'uomo, dunque, non sono state sufficienti agli occhi dei giudici. Secondo loro l'uomo ha aspettato troppo a lungo prima di effettuare il test del Dna. Ad avvalorare la sentenza il fatto che sia passato oltre un anno, da quando sono sorti i primi dubbi ai test di accertamento.