Obiettivo è preservare i batteri intestinali, capaci di fornire indicazioni importanti sulla salute umana.
ZURIGO - Una cassaforte per raccogliere qualcosa di molto prezioso. Non si tratta però di soldi o di oggetti di valore ma di feci umane, anch'esse dal grande valore, per conoscere e studiare il corpo umano.
Questa insolita operazione, almeno all’apparenza, la sta realizzando l’Università di Zurigo con uno scopo ben preciso: preservare il maggior numero possibile di batteri presenti nell’intestino. Ovvero quei microrganismi che sono in grado di fornire indicazioni molto importanti sulla salute umana e su come mantenerla.
L’urgenza di questo progetto deriva anche dal fatto che, con il passare degli anni, si sta «perdendo rapidamente la biodiversità intestinale a causa della crescente diffusione degli stili di vita occidentali, dell’urbanizzazione, dello stress, della dieta e dei cambiamenti ambientali», spiega Adrian Egli, medico microbiologo dell’Università di Zurigo che collabora con l’Università di Basilea e con l’ETH di Zurigo. Tutti accomunati in un progetto ancor più ampio dal nome “Microbiota Vault” che punta a preservare i trilioni di microrganismi che vivono dentro e sui nostri corpi.
Intanto fino ad oggi all'Università di Zurigo, si trovano congelatori in cui sono conservati - a meno 80 gradi - circa 2.500 campioni di feci, provenienti tra l'altro da Etiopia, Laos, Porto Rico e Svizzera.
Ma adesso si è deciso di ampliare questa raccolta realizzando, appunto, una vera e propria cassaforte con tutte le caratteristiche necessarie, in grado di contenere decine di migliaia di campioni di feci provenienti da tutto il mondo.
«Tutta l’umanità può trarre beneficio dall’analisi dei batteri», dice Egli. Ad esempio, il microbioma è associato a malattie come il cancro e le malattie autoimmuni.
Anche il trasporto e la conservazione nella sede di Zurigo dovranno seguire determinate regole. «I campioni di feci devono essere conservati in una soluzione speciale affinché i batteri possano sopravvivere per decenni - dice Egli - Anche il trasporto pone alcune difficoltà: i campioni devono essere congelati entro poche ore per preservare la diversità batterica. Ad esempio, vengono congelati con azoto liquido. Per l’esportazione in Svizzera sono necessarie una catena del freddo continua e molte pratiche burocratiche». Il congelamento è indispensabile per mantenere la biodiversità intestinale.