Come conferma l’UFSP, il 100% delle persone colpite si infetta all’estero
ZURIGO - In Svizzera i casi di febbre dengue sono ancora relativamente bassi, stando all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Tuttavia, l’aumento delle infezioni registrate è decisamente elevato. Negli ultimi due anni i casi sono addirittura decuplicati, passando da 26 a 261, come scrive la SRF.
Il responsabile della sezione malattie infettive emergenti e cooperazione internazionale, Claudio Zaugg, spiega: «In Svizzera sono tutti casi d’importazione». Il forte aumento registrato è dunque legato alla pandemia di coronavirus o, meglio, alla sua fine. «Con la ripresa dei viaggi post covid», sottolinea Zaugg.
Cinque milioni di contagi nel mondo
Una crescita che non riguarda solo la Svizzera. L'anno scorso i contagi hanno raggiunto il picco: cinque milioni in tutto il mondo. Gli esperti ritengono che nei prossimi anni questa cifra salirà ulteriormente.
Come già accennato, tutti i casi registrati in Svizzera sono dovuti a contagi all’estero. Questo nonostante la zanzara tigre, che trasmette la dengue, sia ormai ben presente alle nostre latitudini. In linea teorica, quindi, l’infezione potrebbe verificarsi anche senza viaggiare. Ad esempio se una di queste zanzare dovesse pungere un rimpatriato malato, diventando quindi potenziale vettore del virus. Tuttavia, ciò è, almeno per ora, estremamente improbabile.
La febbre dengue di solito non è pericolosa
Va anche detto che, in linea di massima, una prima infezione da febbre dengue è solitamente innocua. La dengue, infatti, è simile all'influenza: le persone colpite accusano dolori muscolari e febbre. Un possibile esito fatale si verifica solo in caso di infezioni ripetute. La Confederazione e i Cantoni stanno quindi facendo il possibile per evitare che la malattia si diffonda ulteriormente.
Vaccinazione non disponibile in Svizzera
Per quanto riguarda la diffusione della zanzara tigre, in Svizzera è particolarmente interessato il Ticino. «Ma continuerà gradualmente a diffondersi in tutta la Svizzera», afferma Peter Lüthy, ex microbiologo dell'Eth ed esperto di zanzare.
Anche una vaccinazione potrebbe offrire protezione. A differenza dell’Europa, però, non disponiamo ancora di un vaccino approvato. Secondo Swissmedic è in fase di esame una richiesta di autorizzazione. «Le aziende produttrici determinano in gran parte l'approvazione. Bisogna dimostrare con studi che l'alta qualità, la sicurezza e l'efficacia del farmaco siano comprovate e che i benefici superino i rischi», afferma il portavoce Alex Josty. Un simile processo potrebbe richiedere diversi mesi.