Il caso recente di Philippe Müller che ha messo in conto ai contribuenti costi irrisori, ha fatto tornare in mente brutti ricordi.
BERNA - La vicenda sta facendo scalpore, e non poco. Alcuni giorni fa, a Berna, è infatti scoppiato lo scandalo già definito dai più “Banana Gate”. Un nome scelto non a caso ma che si riferisce al costo di 20 centesimi, spesi appunto per acquistare un banana, che il consigliere di Stato e direttore della sicurezza del Canton Berna Philippe Müller, in carica dal 2018, ha messo in conto ai contribuenti, inserendolo in una nota di rimborso spese per i pasti. Lo stesso dicasi per l’acquisto di un panino da 95 centesimi e di un brezel al burro.
L’indignazione maggiore deriva dal fatto che oltre allo stipendio decisamente elevato - si parla di 280mila franchi lordi annui - a questi politici viene attribuito un rimborso spese forfettario di circa 8000 franchi all'anno. Con simili cifre a disposizione è stata dunque immediata l’indignazione della gente “normale” così come dei concorrenti politici. A poco sono valse, almeno agli occhi delle persone, le immediate scuse di Müller che, con un tweet su X, ha spiegato come si fosse trattato di un errore. «Il brezel (acquistato nel 2018) e la banana (nel 2019) sono stati registrati in modo errato. Errore mio», ha detto.
Parole che, dopo le rivelazioni fatte dalla trasmissione della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF "Kassensturz", si vedrà che effetto potranno avere in futuro ma che subito hanno fatto tornare alla mente altri episodi di spese discutibili messe in conto ai cittadini da parte di politici e dirigenti.
Come non menzionare, in questo particolare elenco, lo scandalo che portò al licenziamento, nel 2021, del direttore della cassa AVS del Canton Vaud e alla sospensione di cinque membri della direzione. A loro furono imputate diverse centinaia di migliaia di franchi di spese per viaggi, soggiorni in albergo, visite ai ristoranti e acquisto di costosi mobili per ufficio.
O ancora, in base a un rapporto del Dipartimento della Difesa del 2018, le spese folli in pasti e bevande fatte da diversi alti funzionari militari che avrebbero aggirato le regole sul rimborso dei pasti come il caso in cui, da un conto, emersero cifre esorbitanti per vino, grappa e ben 53 bicchieri di Appenzeller. Il Dipartimento della Difesa ha eseguito dei controlli e ridotto i limiti delle carte di credito, togliendo da tali rimborsi gli alcolici.
E infine il caso di Mr Chamapgne", come venne ribattezzato un consigliere comunale e nazionale di Ginevra che nel 2018 finì al centro dell'attenzione per aver fatturato alla città di Ginevra spese per 42.000 franchi in champagne, cocktail e 100 corse in taxi. Mr chamapgne aveva a sua disposizione un'indennità annua di 13.200 franchi e un'indennità funzionale di 6.500 franchi, oltre allo stipendio,