Cerca e trova immobili

SVIZZERACibo fresco e obbligo di dichiarare come viene trasportato: rivenditori e partiti di destra contrari

23.01.24 - 13:19
Le organizzazioni ambientaliste auspicano invece criteri ancora più severi. Favorevoli gli agricoltori.
Foto Deposit
Fonte ATS
Cibo fresco e obbligo di dichiarare come viene trasportato: rivenditori e partiti di destra contrari
Le organizzazioni ambientaliste auspicano invece criteri ancora più severi. Favorevoli gli agricoltori.

BERNA - L'obbligo di dichiarare la modalità di trasporto, in particolare se si tratta dell'aereo, dei prodotti alimentari freschi importati in Svizzera divide gli ambienti interessati. I partiti di destra e i rivenditori criticano il possibile nuovo requisito. Le organizzazioni ambientaliste auspicano invece criteri ancora più severi.

Il progetto, che ha la sua origine in un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Christine Badertscher (Verdi/BE), riguarda in particolare carne, pesce, frutta e verdura. L'obiettivo della deputata è di aumentare la trasparenza, dato che il trasporto aereo ha un notevole impatto ambientale. Il voto sul tema nelle commissioni competenti è sempre stato tirato.

Inutile e costoso - La consultazione sul progetto, conclusasi ieri, conferma le divergenze emerse tra i commissari. I partiti di destra rifiutano l'obbligo di dichiarare la modalità di trasporto sulle etichette. A loro avviso, le attuali informazioni sull'origine dei prodotti forniscono già un'indicazione sufficiente.

Aggiungere ulteriori informazioni comporterebbe complicazioni e costi che verrebbero scaricati sui consumatori. L'UDC si interroga su come si dovrebbe procedere per prodotti alimentari che arrivano in Europa in aereo e poi vengono trasportati in Svizzera su camion. Una simile etichettatura potrebbe anche essere incompatibile con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

Se la revisione di legge dovesse passare, il PLR e l'UDC chiedono che si applichi solo ai prodotti importati direttamente in Svizzera per via aerea, anche se la formulazione proposta è stata volutamente lasciata aperta in modo da poter essere applicata anche ad altri vettori.

PS e Verdi accolgono con favore il progetto. La trasparenza sull'impronta ecologica di un prodotto è un importante incentivo per un comportamento di acquisto più sostenibile, sostiene il PS. Tuttavia, non è sufficiente limitarla ai prodotti alimentari e al trasporto aereo, ma deve essere estesa a tutti i prodotti di consumo e a tutte le modalità di trasporto.

Gli ecologisti hanno una posizione del tutto simile. Solo catene di approvvigionamento trasparenti permetteranno ai cittadini di prendere decisioni di acquisto informate. Per i Verdi, secondo i quali il progetto di legge è compatibile con gli obblighi della WTO, sono necessarie altre misure: l'obbligo di dichiarazione dovrebbe essere esteso a tutte le modalità di trasporto e l'impronta ecologica totale dovrebbe pure figurare sulle etichette.

Commercianti e GastroSuisse contrari - Le associazioni di categoria non sono favorevoli a questo nuovo obbligo ad esempio per banane, papaie o manzo di Kobe. Per la Federazione dell'albergheria e della ristorazione svizzera (GastroSuisse) sarebbe fuorviante per i consumatori, poiché non si applicherebbe ad alimenti che arrivano via terra da aeroporti stranieri.

La Comunità d'interessi commercio al dettaglio (CI CDS), che rappresenta Coop, Migros e Denner, è sulla stessa lunghezza d'onda: i fornitori svizzeri potrebbero essere tentati di trasferire i loro servizi in altri paesi per evitare l'obbligo di dichiarazione, un incentivo che va evitato ad ogni costo.

GastroSuisse così come la Federazione dei fabbricanti svizzeri di cioccolato (Chocosuisse) e l'organizzazione dell'industria dei biscotti e dei dolciumi, Biscosuisse, temono un aumento del carico di lavoro. Inoltre, "l'utilità dal punto di vista ecologico non può essere chiaramente stabilita, e concentrarsi solo sul bilancio climatico di un prodotto alimentare è discutibile".

Agricoltori favorevoli - Non sorprende che l'Alleanza Ambiente, che riunisce Greenpeace, Pro Natura, WWF, Associazione traffico e ambiente (ATA) nonché la Fondazione svizzero tedesca per la protezione dei consumatori (SKS), sia favorevole a questa dichiarazione obbligatoria. Le associazioni ambientaliste si rammaricano però per il fatto che il progetto sia limitato ai prodotti freschi. Secondo queste organizzazioni, dovrebbe essere introdotta una dichiarazione completa dell'impronta ecologica, calcolata con un sistema uniforme per tutti i prodotti di consumo.

Il trasporto aereo dovrebbe essere dichiarato anche se il prodotto arriva in Svizzera via terra. Le informazioni sul trasporto aereo dovrebbero essere facilmente visibili sulle etichette.

Anche l'Unione svizzera dei contadini è favorevole all'obbligo di dichiarazione. Solo la trasparenza permetterà ai consumatori di fare acquisti alimentari più sostenibili.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Aaahhh 10 mesi fa su tio
Gli imprenditori rossoverdi non possono sin da subito implementare volontariamente le regole? Se funziona gli altri seguiranno. Sempre vogliano dare l’esempio. Sempre ci siano imprenditori rossoverdi…

Disà 10 mesi fa su tio
ci sta che uno possa trovare informazioni aggiuntive sui prodotti venduti dalle grandi distribuzioni , non necessariamente in negozio ma su un sito internet è auspicabile ( così come la lista allergeni nei menù dei ristoranti ) sul fatto che " i fornitori svizzeri potrebbero essere tentati di trasferire i loro servizi in altri paesi per evitare l'obbligo di dichiarazione no comment di ba lle ne sentiamo già troppe ....
NOTIZIE PIÙ LETTE