La "curva", secondo la responsabile delle analisi demografiche presso l'Ufficio federale di statistica, non cresce più come prima.
BERNA - Si registra ancora un aumento, ma molto più lento rispetto al passato. E, con tutta probabilità, l’aspettativa di vita, in Svizzera, non crescerà più rapidamente come prima. A dirlo alla SRF è Johanna Probst, responsabile delle analisi demografiche presso l'Ufficio federale di statistica (UST).
I motivi sono diversi: «La mortalità infantile si è ridotta notevolmente - spiega per esempio l’esperta - in passato, questo fenomeno aveva un impatto molto negativo sull’aspettativa di vita. Oggi non è più così». In questo campo, infatti, i progressi medici hanno raggiunto già anni fa il loro “apice”.
Fra gli elementi che, invece, riducono l’aspettativa di vita c’è la pandemia: in quei mesi, sono morte più persone che in un anno normale. Eventi del genere non si possono prevedere, ma possono accadere in qualsiasi momento. Nei secoli precedenti le epidemie erano molto più frequenti e mietevano molte più vittime. Oggi, e in futuro, si è consapevoli che, purtroppo, non è un’ipotesi da escludere. Infine, come fa notare Probst, «stiamo assistendo a un aumento dei morti, in estate, a causa dell'eccessivo caldo». Questo aspetto, se il cambiamento climatico «dovesse assumere una dimensione molto più ampia», in prospettiva, potrebbe essere preoccupante.