La compagnia aerea svizzera riattiva i voli verso Tel Aviv, il personale di cabina però non ci sta.
ZURIGO - La decisione di Swiss di riattivare da questo 8 gennaio i voli per Israele, interrotti a inizio dello scorso ottobre, ha suscitato parecchio malumore fra hostess e steward della compagnia rossocrociata.
Il motivo sarebbe legato all'eccessiva pericolosità della tratta, che comprende anche i cieli del Libano: «Alcuni assistenti di volo temono per la propria incolumità», spiega il portavoce del sindacato degli assistenti di volo Steve Borghammer, del sindacato degli assistenti di volo Kapers che ha già chiesto alla compagnia di ripensarci: «abbiamo espresso le nostre preoccupazioni in maniera molto enfatica, ma senza successo».
Swiss: «Rischio ormai circoscritto» - Stando a quanto confermato da Swiss a 20 Minuten, circa 2 membri del personale di cabina usufruiscono ogni giorno della possibilità di richiedere un cambio di assegnazione del volo. E lo farebbero anche diversi piloti. «Va bene che si possa rinunciare, ma non è giusto che solo dei volontari debbano correre quei rischi», commenta sempre Borghammer.
Swiss, dal canto suo, relativizza: «Subito dopo gli attacchi del 7 ottobre la situazione era molto imprevedibile, oggi possiamo dire che il conflitto è ormai circoscritto», spiega il responsabile della Aviation Security Michael Lindecker.
Il benessere dell'equipaggio resta comunque prioritario: «Se le cose dovessero cambiare, non esiteremo ad annullare i voli in maniera repentina».
Ma il personale, cosa ne pensa? - D.J.*, steward di 35 anni, è categorico: «Non credo sia giusto essere costretti a volare in una zona di guerra. Se mi dovessero assegnare a un volo per Tel Aviv non ci penserei due volte a chiamare e a chiedere il cambio di assegnazione», spiega, «volo da 15 anni, ma conosco i miei limiti: non voglio rischiare la mia vita per Swiss».
Più tranquillo è invece l'assistente di cabina L.T.* che dà fiducia alla compagnia aerea: «Abbiamo un team che si occupa di queste cose, se ci fosse un rischio concreto Swiss non ci farebbe volare. Posso capire però che alcuni miei colleghi possano essere turbati da questa cosa».
«Devo dire che più che Tel Aviv mi ha sempre preoccupato Beirut», commenta invece P.I*, «Non sono convinto che chi valuta i rischi a Swiss sia sempre affidabile; in caso di assegnazione, non ho dubbi: farei valere il cambio di assegnazione».
Ma c'è chi, invece, di dubbi non ne ha: «Certo che volerò, non ho paura», commenta invece il 34enne A.T.*
*nomi noti alla redazione