L'insegnante Heidi Infanger descrive il campione svizzero di sci come un bambino molto curioso, animato da un grande sogno.
BUOCHS - Considerato attualmente il miglior sciatore al mondo, Marco Odermatt è inarrestabile e sulle piste da sci è davvero un fuori classe: 32 vittorie in Coppa del Mondo, conquistate sul Chuenisbärgli ad Adelboden, inoltre ha vinto la discesa abbreviata e quella originale sul Lauberhorn e sta per conquistare la sua terza vittoria consecutiva in Coppa del Mondo. Uno insomma che viaggia con una marcia in più. Il 26enne di Nidvaldo è sempre stato così, anche a scuola. Heidi Infanger lo sa fin troppo bene. È stata l'insegnante di Odermatt a Buochs dal 2008 al 2010, durante la scuola elementare, quindi quando Odermatt aveva tra i dieci e i dodici anni.
Un bimbo curioso - "Era un bambino fantastico, un monello, ma in senso positivo. Sapeva esattamente cosa voleva. Un bambino molto curioso, e in classe era un leader. Quello che diceva aveva un peso, gli altri lo ascoltavano. Si impegnava, e si distingueva non solo nello sport, era già allora molto intelligente. Ha superato la scuola a pieni voti» ha raccontato l'insegnante al portale 20 Minuten, sottolineando il fatto che fosse un bimbo senza particolari lacune in ambito scolastico. «Non aveva difetti. Forse non averne neanche uno potrebbe apparire quasi un po' noioso».
Impegno totale - Stando al racconto della sua maestra, Odermatt aveva mostrato grande impegno nello sport sin dalla scuola dell'infanzia. Il suo sogno di diventare uno sciatore lo aveva già da bambino. «Ha gestito la scuola con facilità, nonostante l'enorme quantità di allenamento. È andato sempre tutto liscio. Era sempre pronto». A scuola non ha mai mostrato segni di demotivazione, gli dava forza la sua passione, ovvero sciare, a cui dedicava gran parte del suo tempo. «Non si è mai lamentato che fosse difficile o stressato. All'epoca era già completamente organizzato, dal lunedì alla domenica. Molte cose erano già programmate in modo molto professionale», ha raccontato l'insegnante. «Per lui c'era un solo obiettivo: voleva diventare uno sciatore, questo era il piano A. Non c'era un piano B» aggiunge l'insegnante che ha sempre visto Odermatt come un bambino molto concreto. Di recente Odermatt ha detto: «Non devi spingerti al limite ogni giorno». Parole familiari alla sua ex maestra: «Ecco, sapeva esattamente quando era richiesta la sua prestazione. Inoltre, non si chiedeva che effetto avessero le sue azioni sugli altri. Amava lo sci e questo era sempre al centro dell'attenzione. È qui che viene fuori la sua educazione, il modo in cui è stato cresciuto: con i piedi per terra». A fine di ogni semestre la maestra riceveva una lettera di ringraziamento in cui Odermatt elencava i risultati ottenuti e ringraziava tutti coloro che lo avevano sostenuto. «È stata la famiglia a formarlo«.
Un modello per i bambini - Ancora oggi Heidi Infanger riceve un biglietto di ringraziamento da lui ogni primavera. Quando si vedono, si salutano calorosamente e con grande rispetto. «Per me è sempre Marco, il bambino che è stato un mio alunno. Non si atteggia affatto. È un uomo alla mano e un modello perfetto per i bambini, che mostra loro cosa si può ottenere con il duro lavoro quando si persegue ciò che si desidera».