Tra le raccomandazioni innovative contenute nel documento è richiesto le vittime ricevano un risarcimento.
BERNA/STRASBURGO - Il modello svizzero in materia di riparazione per le vittime di abusi fa scuola: il Consiglio d'Europa ha approvato oggi una serie di raccomandazioni che ricalcano le richieste avanzate da una mozione depositata dal consigliere nazionale Pierre-Alain Fridez (PS/JU).
La mozione, presentata a Strasburgo nell'autunno 2021 da Fridez, era stata accolta dal plenum, che nel 2022 aveva incaricato la Commissione per gli affari sociali, la salute e lo sviluppo sostenibile di procedere a investigazioni e audizioni in diversi Paesi d'Europa, tra cui in particolare Francia, Romania e Germania. Oggi il rapporto redatto dalla commissione è stato sottoposto all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che lo ha approvato.
Il documento contiene una serie di raccomandazioni innovative che corrispondono perfettamente alle richieste presentate nella mozione di cui Fridez si è fatto relatore. Approvandolo, il Consiglio d'Europa chiede che le sofferenze dei sopravvissuti agli abusi sui minori vengano ufficialmente riconosciute nei 46 Stati membri, che si faccia un preciso punto della situazione in ogni Paese, che le persone interessate ricevano un risarcimento - a prescindere dalla prescrizione - e che in ogni singolo Paese venga condotta una ricerca scientifica.
Le indagini dovrebbero essere complete e riguardare gli abusi fisici, sessuali e psicologici. Ciò include l'assistenza in istituti pubblici, privati o religiosi, l'assistenza inadeguata, l'assistenza in case private, l'allontanamento dei bambini da genitori ritenuti "inadatti", le adozioni e le sterilizzazioni forzate.
Mozione di Justice Initiative - La mozione era stata redatta nel settembre 2021 da Justice Initiative, ONG della Fondazione che fa capo a Guido Fluri, imprenditore svizzero padre fra l'altro dell'iniziativa per la riparazione volta a concedere assistenza e un risarcimento alle persone oggetto di collocamenti coatti. Nella mozione l'ONG propone un percorso analogo a quello compiuto in Svizzera ma su scala europea.
«Chi ignora i casi di abuso del passato non può combattere efficacemente i casi di abuso di oggi e di domani», ha dichiarato Fridez - citato in una nota di Justice Initiative - esprimendosi davanti all'Assemblea Parlamento del Consiglio d'Europa. «In Europa, non dobbiamo mai più chiudere gli occhi di fronte agli abusi sui bambini nelle istituzioni pubbliche, private o religiose, che in realtà dovrebbero essere dei rifugi sicuri».
Soddisfatto anche Fluri: «Il fatto che il Consiglio d'Europa abbia deciso una rivalutazione globale è un grande momento per i sopravvissuti di tutta Europa! La comunità europea deve fare tutto il possibile per garantire che le persone colpite da abusi su minori ricevano una qualche forma di giustizia nel corso della loro vita».
Il Rappresentante permanente della Svizzera presso il Consiglio d'Europa, l'Ambasciatore Claude Wild, accoglie con favore «questa importante risoluzione adottata dall'Assemblea parlamentare e il contributo sostanziale fornito dalla Svizzera». Il diplomatico elvetico auspica che l'azione prosegua pure a livello intergovernativo. Gli Stati membri del Consiglio d'Europa dovrebbero essere incoraggiati dal Comitato dei Ministri a riconoscere e affrontare le ingiustizie del passato e a riparare i danni subiti dalle vittime.
Diritti dei bambini - Il progetto è nato nel settembre 2021 in occasione di un simposio a Berna: rappresentanti di 17 Paesi hanno gettato le basi di Justice Initiative e redatto la mozione in questione. Oltre a portare avanti il dossier del Consiglio d'Europa, Justice Initiative gestisce centri in una dozzina di Paesi europei: essi conducono campagne di politica nazionale basate su quattro pilastri centrali - verità, riconoscimento, riparazione, prevenzione.
Tra i momenti salienti del lavoro di Justice Initiative dell'anno scorso c'è stata la consegna il 6 dicembre di oltre mezzo milione di firme a Bruxelles a sostegno di una nuova legislazione europea per una maggiore protezione dagli abusi nel mondo online.
Il Consiglio d'Europa si occupa di promuovere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto nei suoi 46 Stati membri. Conclude accordi intergovernativi di diritto internazionale vincolanti, come la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, allo scopo di incentivare il progresso economico e sociale e di salvaguardare il patrimonio comune sviluppato finora. La Svizzera vi ha aderito il 6 maggio 1963 diventandone il 17esimo Stato membro.