L'Ufficio federale di sanità pubblica starebbe consultando medici e organizzazioni mantello per verificare l'efficacia di questa medicina
In ballo vi sarebbe un risparmio di 17 milioni di franchi.
BERNA - L'omeopatia porta davvero dei benefici a chi si affida ai suoi trattamenti? Sembra essere questo il quesito al centro di un tavolo di consultazione che - oltre ai funzionari dell'Ufficio federale di sanità pubblica - riunisce i medici omeopati, le organizzazioni mantello degli assicuratori malattia e la Federazione dei medici svizzeri (Fmh). La posta in gioco di questo rendez-vous non è di poco conto: si tratta di capire se tenere fuori o dentro dai prontuari delle prestazioni erogabili (e di conseguenza fatturabili) dalle casse malati alcuni prodotti in uso fra gli "adepti" di questa pratica pseudo scientifica di medicina alternativa, come ad esempio i "globuli", delle piccole palline utilizzate per il trattamento di alcuni disturbi (per esempio l'emicrania) e la cui composizione vanta varie sostanze di origine sia minerale che animale.
La denuncia di inefficacia e l'avvio di una procedura di verifica - Al tavolo di consultazione - come riferisce il domenicale SonntagsZeitung - ci si è arrivati dopo la denuncia di un signore di 73 anni, Peter F., che ha cominciato a nutrire seri dubbi sull'efficacia dei ritrovati omeopatici che da una vita assume. «Non c'è una sola prova seria che l'omeopatia funzioni» ha dichiarato al domenicale, criticando il fatto che l'omeopatia possa essere fatturata dall'assicurazione sanitaria obbligatoria (Aoms). Per il 73enne non vi sarebbe alcun fondamento scientifico alla base di questa medicina alternativa (il dibattito in seno all'opinione pubblica, e non solo, non è certo nato oggi) e deluso dai risultati liquida la questione come «un'ideologia in cui le credenze sono saldamente ancorate, come in una religione».
L'interessamento di Ufsp e l'apertura di un tavolo: la posta in gioco è di 17 milioni di franchi di risparmio - La denuncia ha fatto scattare l'interessamento di Ufsp, che vuole adesso capire se l'omeopatia soddisfa gli obbligatori criteri di «efficacia, adeguatezza ed economicità, che devono essere rispettati per essere coperti dall'assicurazione sanitaria obbligatoria (Aoms)». L'interessamento non è proprio economicamente disinteressato, visto che la roulette diagnostica delle palline bianche e altri prodotti che vengono prescritti vale 17 milioni di franchi all'anno, un potenziale di risparmio che fa gola alle casse federali anche in ragione del calo di "simpatia" verso l'omeopatia della stessa popolazione (popolazione che nel 2009 si era espressa a favore dell'inclusione nell'assicurazione di base della medicina complementare): i numeri impietosi che spiegano la disaffezione dicono che negli ultimi 20 anni il numero delle consultazioni e il numero dei medici con un certificato di competenza si sono dimezzati.
L'ombra lunga del sospetto di inefficacia che incombe sul procedimento avviato dall'Ufsp, ha oscurato anche le ragioni per cui - rispetto a tutti gli altri settori dell'assicurazione sanitaria obbligatoria - per la omeopatia non si è seguito l'iter approfondito volto a testare i reali benefici dei principi attivi dei farmaci omeopatici, ai fini autorizzativi e di rimborso. «Tutto questo non vale per l'omeopatia: i preparati vengono semplicemente registrati e rimborsati senza alcuna prova di efficacia», afferma F.
Estromissione eventuale dai prontuari non prima della fine del 2024 - Dal tavolo, l'Ufsp vuole sapere «se ritengono o meno controversi i benefici dell'omeopatia». Per escluderla dal pacchetto di prestazioni e prescrizioni sanitarie contemplate dall'assicurazione obbligatoria? È presto per dirlo e comunque una decisione in merito - fa sapere al domenicale l'Ufsp - non potrà essere presa prima della fine di questo anno. Sulla bilancia decisionale, pesa però anche la presa di posizione pubblica di Santésuisse, che già in passato aveva chiaramente espresso a chiare lettere come la pensava sul tema, non nascondendo le critiche.
La "trafila" procedurale, comunque, prevede che il dossier che uscirà dal tavolo sarà sottoposto alla Commissione federale per i servizi generali e le questioni politiche, che discuterà l'eventuale revisione dei criteri di "efficacia, adeguatezza ed economicità" e trasmetterà una raccomandazione al Dipartimento federale dell'interno (DFI). La decisione di mantenere o meno l'omeopatia nell'Aoms spetterà al capo del dipartimento, Elisabeth Baume-Schneider. Risulta curioso, e allo stesso tempo insolito per lo scenario legislativo, che una procedura tecnicamente definita "controversa" venga avviata (seppur prevista dalla legge come conferma Ufsp) da un privato cittadino.
«È accaduto raramente» è stato sottolineato dallo stesso Ufficio federale di sanità pubblica. Di norma, a farlo, sono le casse malati, gli assicuratori, i medici e i medici di famiglia. Ma la novità, stavolta, sta anche nel fatto che è la prima volta che si procede contro l'omeopatia.