Per il partito socialista l'intera vicenda va sottoposta a un audit esterno. Si cercano le cause del disastro economico dell'esercito
BERNA - I problemi di liquidità riguardanti l'esercito venuti alla luce recentemente rappresentano l'ennesimo scandalo sul quale va fatta chiarezza. Lo ha affermato oggi davanti ai media il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH), secondo cui la vicenda va sottoposta a un audit esterno, alle commissioni parlamentari competenti (gestione e finanze) e al Controllo federale delle finanze (CDF).
La poca trasparenza dell'esercito - A detta del deputato socialista, cui ha dato man forte il copresidente del gruppo alle Camere federali Samuel Bendahan (VD), quanto accaduto dimostra ancora una volta la poca trasparenza dell'esercito e la cattiva gestione che lo caratterizza da qualche anno.
Molina ha citato, fra gli altri, il ritardo accumulato con la fornitura dei nuovi droni da parte della ditta israeliana Elbit, un'operazione che ha ricevuto il nullaosta del Parlamento nel lontano 2015. La richiesta da parte elvetica di dotarli di motori diesel ha fatto lievitare i costi e causato non pochi problemi tecnici, tanto che la fattura finale rischia di lievitare ulteriormente. Il consigliere nazionale zurighese ha citato anche i problemi emersi durante la pandemia di coronavirus con l'acquisto di mascherine da parte della farmaci dell'esercito.
Esercito omertoso - Riferendosi alle dichiarazioni, rilasciate ieri ai media, dal capo dell'esercito Thomas Süssli, secondo Molina quest'ultimo sta minimizzando il problema. Non è possibile, a suo parere, che ci sia voluta una rivelazione giornalistica per venire a sapere che all'esercito mancano 1,4 miliardi di franchi per far fronte ai propri impegni.
Lo zurighese ha anche criticato il silenzio della "ministra" della difesa Viola Amherd sulla questione e si è chiesto se quest'ultima sapesse dei problemi di finanziamento. Se Süssli non l'ha informata, si tratta di una grave mancanza da parte del capo dell'esercito, ha affermato.
Una mazzata finanziaria i nuovi Jet - Per Molina non è impossibile che a causare gli attuali problemi di liquidità - che, secondo Süssli, non sono preoccupanti - sia stato l'acquisto dei nuovi jet da combattimento F-35 (circa 8 miliardi di franchi, n.d.r). In alcuni Paesi che hanno fatto la stessa scelta, si è assistito a un'esplosione dei costi, un aspetto di cui forse il Dipartimento federale della difesa non ha tenuto conto abbastanza.
Anche il consigliere nazionale Pierre-Alain Fridez (JU), membro della Commissione della politica di sicurezza, ha citato gli F-35 americani, un'operazione costosa che sta assorbendo, a suo avviso, una fetta consistente dei mezzi a disposizione dell'esercito.
Situazione angosciante e incomprensibile - Quale membro della commissione competente per 12 anni, Fridez si è detto "sorpreso" da quanto sta accadendo. In passato, di solito l'esercito non spendeva tutti i soldi che gli venivano messi a disposizione, ha sottolineato, "mentre ora ci troviamo nella situazione opposta". Si tratta, secondo il giurassiano, di una situazione "angosciante", del tutto incomprensibile. Non si può escludere, ha affermato, che per l'acquisto degli F-35 e del sistema missilistico Patriot sia stato necessario anticipare delle somme milionarie che hanno svuotato le casse.
Per Fridez, insomma, la situazione non è chiara e forse c'è qualcuno che vuole nascondere qualcosa. A meno che non si tratti di una messinscena, "ma non credo", per fare in modo che Viola Amherd possa andare in Parlamento pregandolo di ritornare sulla sua recente decisione affinché conceda maggiori mezzi finanziari al fine di raggiungere l'obiettivo dell'1% del PIL nel 2030 e non più nel 2035.
Pure per la consigliera nazionale Sarah Wyss (BS), membro della Commissione delle finanze, sulla vicenda va fatta chiarezza, anche perché negli ultimi anni l'esercito ci ha abituati a superamenti di spesa. Finora, però, ha sempre rassicurato affermando che le maggiori uscite potevano essere compensate internamente e che non erano necessari ulteriori mezzi.
Tenuto conto anche dei tagli alle uscite decisi per i prossimi anni e dei maggiori soldi che verranno messi a disposizione dell'esercito, Wyss ha messo in chiaro che il suo partito non accetterà ulteriori economie nella socialità, come l'assicurazione disoccupazione o la custodia dei bambini.
Secondo Bendahan, bisogna studiare infatti le implicazioni che tale situazione ha sul freno all'indebitamento e sulle prestazioni dello Stato. Non è possibile che i problemi di finanziamento dell'esercito spingano la Confederazione a tagliare in settori molto importanti per la popolazione. In generale, se non viene ristabilita la fiducia a tutti i livelli, non è possibile in futuro concedere più denaro all'esercito, ha sottolineato Bendaham, secondo cui l'armata deve assolutamente rendere conto di quanto accaduto in tutta trasparenza.