Oltre la metà tiene il proprio telefonino almeno per 4 anni. Lo dice un sondaggio di Comparis
BERNA - L’aumento degli affitti e l’inflazione pesano sul budget e la parola risparmio diventa una delle più gettonate. Dove si taglia in misura consistente? Sul telefonino. Gli svizzeri ci pensano due volte prima di mandare in pensione anticipata il proprio smartphone acquistato da dodici mesi: più della metà di loro se lo tiene stretto per almeno quattro anni.
Questo è quanto emerge dall’ultimo sondaggio rappresentativo di comparis.ch. Il rincaro della vita spinge gli svizzeri a stare più attenti alle uscite e nei bilanci famigliari la voce "acquisto telefono nuovo" rimane congelata nei preventivi di spesa: ci si adegua a utilizzare più a lungo il proprio dispositivo. Questo perché la pigione e i premi di cassa malati si fanno sentire sui conti e hanno fatto ravvedere le intenzioni di acquisto.
«Gli ultimi modelli di noti produttori di smartphone spesso differiscono poco dal modello precedente. Se a questo aggiungiamo il crescente rincaro generale, non sorprende che i consumatori vogliamo utilizzare lo smartphone più a lungo. A causa dell’inflazione, la disponibilità ad acquistare un nuovo smartphone è attualmente al livello più basso degli ultimi 4 anni e dovrebbe rimanere tale anche quest’anno», afferma Jean-Claude Frick, esperto Comparis in tecnologie digitali.
Consolidamento del mercato a spese dei produttori cinesi - La Svizzera è e rimane un baluardo di Apple - rileva la ricerca - e la quota di mercato del produttore californiano rimane stabile al 46,7%. Gli smartphone della mela morsicata sono particolarmente amati dai consumatori più giovani: Android, d’altra parte, non riesce ad avanzare. Tuttavia, Samsung (Android) sta consolidando ulteriormente la sua quota di mercato dietro Apple. Oltre a Samsung, solo Google è riuscita a conquistare quote di mercato significative con i suoi dispositivi Pixel. Tutti gli altri produttori hanno invece perso terreno, in particolare i marchi cinesi. La quota di mercato dei cinesi è scesa dal 10,9 (2020) a solo il 3,6%.
«Tuttavia, una maggiore concorrenza farebbe bene al mercato e aumenterebbe la scelta di dispositivi a prezzi interessanti per i consumatori», afferma Frick.
La sostenibilità conta sempre meno - Ci sono altri spunti di riflessioni che l'indagine fa emergere, ad esempio la possibilità di poter riparare il dispositivo da soli: «Non è importante per il 43% degli intervistati. Il 62,2% ritiene importante che i pezzi di ricambio siano disponibili per almeno 5 anni. La percentuale di persone che vuole ricevere anni di aggiornamenti software è invece rimasta stabile sopra il 70%» ha rilevato Comparis.
A dominare il mercato dell'usato sono gli iPhone - Gli iPhone dominano il mercato dell’usato e quasi il doppio delle volte cambiano proprietario quasi il doppio delle volte rispetto agli smartphone Android. «La disponibilità a spendere per gli smartphone continua a crescere. Tuttavia, il numero di persone che utilizzano più di uno smartphone non è aumentato dallo scorso anno». Negli ultimi anni - ha portato anche alla luce lo studio - l’utilizzo dei servizi cloud è rimasto stabile a quasi il 60%. Nel complesso, il numero di utenti disposti a spendere soldi per le app è fermo a circa il 50%. «La soddisfazione generale nei confronti dei dispositivi rimane elevata. Chi invece ha qualcosa di cui lamentarsi, proprio come negli anni precedenti indica la breve durata della batteria come disturbo principale. Allo stesso modo, gli intervistati Android considerano più spesso i loro dispositivi troppo grandi».