Cerca e trova immobili
L'Empa, il Laboratorio federale di prova dei materiali e ricerca: «Merita di essere studiato»
DÜBENDORF - In occasione del lavaggio di tessuti in poliestere vengono liberate microplastiche e nanoplastiche. Un nuovo studio dimostra ora però che alcune delle presunte nanoplastiche non sono affatto tali. Secondo i ricercatori dell'Empa, gli effetti di questo fenomeno sull'uomo e sull'ambiente meritano di esser studiati.
Gli esperti del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa) hanno scoperto che una percentuale significativa delle nanoparticelle rilasciate durante il lavaggio è costituita da oligomeri insolubili in acqua. Secondo l'Empa, non è chiaro se siano tossici per l'uomo o per l'ambiente. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Water.
«I nostri risultati evidenziano l'urgente necessità di comprendere meglio il contributo delle particelle oligomeriche insolubili in acqua all'inquinamento ambientale causato dalle nanoplastiche», scrivono i ricercatori nello studio.
Più pericolose delle nanoplastiche? - In ricerche precedenti, gli esperti dell'Empa erano già riusciti a dimostrare che le particelle di microplastica e quelle ancora più piccole di nanoplastica vengono rilasciate quando si lavano tessuti come il raso, il jersey e quelli in microfibra. Secondo l'Empa, le particelle di nanoplastica possono essere assorbite dal corpo umano a causa delle loro piccole dimensioni. Sulla loro potenziale tossicità si sa ancora poco.
«In merito ad altre materie plastiche, gli studi hanno già dimostrato che gli oligomeri nanoparticellari sono più tossici delle nanoplastiche», dichiara, citato in un comunicato dell'Empa, il ricercatore Bernd Nowack, che ha partecipato allo studio.
