Emergono nuovi dettagli riguardanti l'assalto al treno avvenuto ieri sera nel canton Vaud dove è stato ucciso un 32enne iraniano.
YVERDON - «Quando il sequestratore brandendo l'ascia si è mosso in direzione della squadra di intervento, un poliziotto ha usato la sua arma per proteggere gli ostaggi, colpendo mortalmente l'aggressore». È questo l'epilogo - raccontato a Keystone-ATS dal portavoce della polizia vodese Jean-Christophe Sauterel - della presa di ostaggi che ha avuto luogo ieri sera su un treno regionale diretto a Yverdon (VD). Il sequestratore, un 32enne richiedente l'asilo iraniano armato di ascia e coltello, è deceduto, mentre i 15 ostaggi sono stati rilasciati scossi ma illesi.
La vicenda - La presa di ostaggi è stata segnalata intorno alle 18.35, nei pressi di Essert-sous-Champvent (VD). L'aggressore sarebbe un richiedente l'asilo iraniano di 32 anni, attribuito al cantone di Neuchâtel, ha indicato la polizia cantonale vodese durante una conferenza stampa organizzata a mezzanotte a Yverdon-les-Bains (VD), sottolineando che l'identità è ancora da confermare dall'inchiesta in corso.
Minaccioso, armato di ascia e coltello, l'uomo parlava in farsi (o persiano, la lingua ufficiale dell'Iran, ndr) e in inglese, ha detto la polizia. Ha costretto il conducente a lasciare il suo posto e a raggiungere i 14 passeggeri del treno in un convoglio. Queste quindici persone sono state trattenute nel treno alla fermata di Essert-sous-Champvent, con le porte chiuse. Secondo la polizia, alcune sono state legate.
Tentativi di negoziazione - «Le forze dell'ordine sono state allertate dalle persone bloccate nel treno. Il perimetro è stato immediatamente transennato e sono iniziate le negoziazioni con specialisti in questo ambito della polizia cantonale, in particolare attraverso i messaggi dei cellulari degli ostaggi», ha dichiarato Jean-Christophe Sauterel, responsabile della comunicazione della polizia vodese. È stato assunto un interprete di lingua farsi.
Una sessantina di agenti di polizia hanno preso posizione intorno al treno. Intorno alle 22.15, quasi quattro ore dopo l'inizio del sequestro, è stato lanciato l'assalto «in un momento in cui l'uomo era separato dai suoi ostaggi», secondo il portavoce. Sono stati usati esplosivi diversivi prima che la polizia intervenisse. Poi il 32enne è stato centrato dai proiettili ed è morto sul posto nonostante la presenza di un medico nel gruppo di intervento della polizia. «Il colpo - precisa Sauterel - è stato sparato per autodifesa».
Motivi sconosciuti - Gli ostaggi sono stati liberati sani e salvi. Sono stati assistiti sul posto da un'unità medica prima di essere trasportati in bus al Centro della gendarmeria mobile di Yverdon, accompagnati dalle squadre di sostegno di emergenza. Lì vi hanno trovato ad attenderli le loro famiglie ed è stata istituita immediatamente una unità psicologica.
«A questo stadio dell'inchiesta penale aperta dal ministero pubblico vodese - ha precisato da parte sua il procuratore generale Eric Kaltenrieder - non sono stati accertati i motivi dell'uomo, né il suo stato psicologico. Non si sa nemmeno dove il sequestratore sia salito sul treno. Gli ostaggi sono stati interrogati a fine serata ai fini dell'indagine.