Il consigliere nazionale Jean-Luc Addor afferma: «Una politica migratoria lassista è un fattore di insicurezza per gli svizzeri»
BERNA - Sono passati tre giorni dall'abbattimento del sequestratore di origine iraniana, che nella serata di giovedì ha preso in ostaggio una quindicina di passeggeri di un treno fermo a Essert-sous-Champvent, nel canton Vaud. Ora le discussioni prendono una piega politica.
«Spero che il consiglio di Stato vodese sia in grado di proteggere i suoi agenti dagli attacchi della sinistra». Sono le parole del consigliere nazionale Jean-Luc Addor (Udc), che nella giornata di domenica si è espresso contro le critiche formulate nei confronti degli agenti responsabili della morte del 32enne iraniano.
Addor si è scagliato contro gli esponenti del partito Solidarité et Écologie di Yverdon-les-Bains, che dopo avere espresso sostegno agli ostaggi, hanno messo in dubbio la legittimità dell'utilizzo di armi da fuoco nel corso dell'operazione. Si parlava di violenza subita per mano di «un sistema politico razzista e violento».
Il dibattito sui social - Molti lettori di 20Minuten hanno condiviso il loro sgomento: «Perché uccidere qualcuno che non ha ucciso o ferito nessuno?», si è chiesto un lettore. «L'azione della polizia è simile a un omicidio. È poco professionale e sarebbe opportuno sottolinearlo», ha detto un altro.
Le reazioni della politica - C'è chi vuole migliorare le condizioni dei richiedenti asilo, come il presidente del partito socialista vodese Romain Pilloud, secondo cui è necessario «fornire un migliore sostegno ai richiedenti asilo» e per cui «l'opportunismo dell'Udc, che sfrutta la situazione per far passare gli stranieri per criminali, è xenofobo».
Ma per Addor la questione è un'altra: «Una politica migratoria lassista è un fattore di insicurezza per gli svizzeri. È dunque necessario riprenderne il controllo. Per la nostra stessa sicurezza».