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SVIZZERA“Delocalizzare” all’estero le procedure d’asilo? L’argomento è sul tavolo del Governo

20.02.24 - 19:22
La proposta, fra criticitĂ  e possibilitĂ , torna d'attualitĂ .
Tamedia
Fonte Aargauer Zeitung
“Delocalizzare” all’estero le procedure d’asilo? L’argomento è sul tavolo del Governo
La proposta, fra criticitĂ  e possibilitĂ , torna d'attualitĂ .

BERNA - Il ministro della Giustizia Beat Jans è arrivato oggi, a Chiasso, al centro federale per richiedenti l’asilo. E, proprio in questi giorni, complice l’accordo firmato tra Italia e Albania, è tornata d’attualità la proposta di “esternalizzare” le procedure di asilo all’estero.

Il Senato italiano ha approvato in via definitiva il disegno di legge di ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti, dopo che a fine gennaio il documento era già stato approvato alla Camera. Il testo prevede l’apertura di due Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) in territorio albanese, per accogliere 3’000 migranti. I voti favorevoli sono stati 93, i contrari 61 e nessun astenuto.

L’Italia, però, non è l’unico paese a voler tenere i richiedenti l’asilo lontani dal proprio territorio attraverso l’accordo con paesi terzi. Ci ha provato, per esempio, la Gran Bretagna: a lungo ha portato avanti progetti di questo tipo in Ruanda. «Continueremo a fare tutto ciò in nostro potere per creare le condizioni politiche e legali affinché le procedure siano svolte fuori dall’Europa», ha dichiarato il cancelliere federale austriaco Karl Nehammer.

In Svizzera, a livello federale, il tema è portato avanti da tempo dall’UDC. Di recente, è stata bocciata una mozione del consigliere agli Stati Marco Chiesa. Anche Lorenzo Quadri, in passato, si è speso sull'argomento. L’argomento, grazie a una proposta del parlamentare Andrea Caroni (LR), è tornato sul tavolo del Consiglio federale, il quale pare non essere contrario a priori.

Restano sul piatto alcune controversie irrisolte, per esempio la garanzia del rispetto dei diritti umani e della sicurezza nei centri ospitati in paesi terzi. Inoltre, anche in caso di risposta negativa, le persone proveranno lo stesso a raggiungere l’Europa. L’accordo con stati africani, però, garantirebbe di distruggere, o comunque di colpire in maniera incisiva, le organizzazioni criminali che si celano dietro gli scafisti.

Tutto questo con una crescita importante delle domande d’asilo: lo scorso anno in Svizzera ne sono state presentate 30'223, ossia 5712 in più rispetto all'anno precedente (+23,3%). E nel 2024 il numero di richieste dovrebbe mantenersi al livello attuale.

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