Il Tribunale amministrativo federale ha accolto l'opposizione di un cittadino contro la decisione del Consiglio federale.
SAN GALLO - Il Consiglio federale non avrebbe dovuto emanare l'ordinanza sullo sfruttamento della centrale di riserva di Birr (AG), destinata ad alimentare la Svizzera in caso di carenza di elettricità. Secondo il Tribunale amministrativo federale (TAF) le condizioni legali non erano soddisfatte.
Il governo si basava sulla legge sull'approvvigionamento economico del Paese. Questa legge permette all'esecutivo di adottare misure limitate nel tempo in caso di grave penuria di energia elettrica, ha spiegato il TAF in una sentenza pubblicata oggi.
Il 21 dicembre 2022, il Consiglio federale ha approvato l'ordinanza relativa allo sfruttamento di centrali di riserva e gruppi elettrogeni di emergenza in caso di penuria di elettricità dichiarata o imminente. Su questa base ha concesso al Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) l'autorizzazione a utilizzare la centrale di Birr fino al 31 maggio 2023.
Nessuna grave penuria
Una abitante in zona ha fatto, invano, opposizione contro tale autorizzazione. Si è quindi poi rivolta al Tribunale amministrativo federale: riteneva che la situazione in materia di approvvigionamento in elettricità durante l'inverno 2022-2023 non corrispondesse a una carenza grave. Di conseguenza che il Consiglio federale non fosse abilitato a emanare l'ordinanza e a concedere l'autorizzazione di utilizzo.
Nella sua sentenza, il TAF conferma che il governo è in linea di principio competente per adottare misure atte a garantire l'approvvigionamento elettrico del Paese. Pur disponendo di un ampio margine di manovra, è tuttavia vincolato dalla legge e dalla Costituzione.
Ipotesi poco convincenti
Esaminando la minaccia di una penuria di elettricità nell'inverno 2022-2023, i giudici di San Gallo hanno stimato che il DATEC non avesse esposto in maniera convincente le ipotesi su cui si era basato. Di conseguenza, non si poteva concludere che ci si trovasse in una tale situazione: le condizioni necessarie per la messa a disposizione e l'esercizio della centrale di Birr non erano quindi soddisfatte.
Il TAF ritiene inoltre che, visto l'impatto ambientale di un tale impianto, lo Stato dovesse rispettare il principio di proporzionalità. In altre parole, doveva valutare se esistessero altre soluzioni più rispettose dei vari interessi in gioco.
La Corte ammette quindi il ricorso e conclude che l'autorizzazione di sfruttare la centrale non era conforme alla legge. La sentenza è definitiva e non può essere impugnata davanti al Tribunale federale.