Uno su cinque ha ricevuto messaggi sgradevoli negli ultimi dodici mesi. E fra questi uno su tre ha già pensato di lasciare la politica
ZURIGO - Un terzo dei politici del canton Zurigo ha ricevuto messaggi d'odio via e-mail, social media o attraverso contatti personali. Lo dice un sondaggio condotto dal Dipartimento cantonale di giustizia.
Sui 1680 eletti ed elette a livello cantonale e comunale che sono stati contattati, sono stati 660 quelli che hanno riposto al sondaggio, indica oggi in una nota il Dipartimento.
Un rappresentante politico su cinque ha detto di avere ricevuto messaggi sgradevoli negli ultimi dodici mesi. E fra questi uno su tre afferma di aver già pensato di lasciare la carica politica. Il sondaggio ha tuttavia anche mostrato che "la stragrande maggioranza" delle persone interessate "non perde l'interesse per la politica nonostante i messaggi di odio online".
Nella maggior parte dei casi, i messaggi d'odio hanno la forma della denigrazione o dell'insulto. In un caso su quattro, i cittadini insoddisfatti hanno però lanciato minacce di violenza, comprese quelle contro i membri della famiglia.
Ad essere bersagli di insulti sono soprattutto gli esponenti dei partiti politici ai poli, come il PS, i Verdi o l'UDC. I politici indipendenti o che appartengono a un partito di centro sono meno spesso presi di mira.
Dopo la rinuncia di Sarah Akanji - «Il sondaggio ha dimostrato la necessità di adottare misure nella lotta contro i discorsi d'odio», afferma la direttrice del Dipartimento zurighese di giustizia, Jacqueline Fehr (PS), citata nella nota.
Dallo scorso settembre, il canton Zurigo mette a disposizione dei suoi rappresentanti politici un sito web sul quale segnalare simili incidenti. I politici hanno anche la possibilità chiedere l'aiuto di avvocati, con le spese in parte coperte dal cantone.
A spingere le autorità in questa direzione era stato in particolare l'annuncio di Sarah Akanji (PS) - granconsigliera a Zurigo dal 2019 al 2023, oltre che calciatrice e sorella del calciatore Manuel Akanji - che nell'autunno 2022 ha rinunciato a candidarsi per un nuovo mandato a causa dei messaggi d'odio a sfondo sessista e razzista.