Il Tribunale penale federale ha condannato un 45enne rumeno per gli attacchi esplosivi a due bancomat di Sevelen e Neftenbach.
BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha condannato a 64 mesi di reclusione uno dei responsabili degli attacchi esplosivi a bancomat a Sevelen (SG) e Neftenbach (ZH) commessi nel dicembre 2019. Il procedimento contro il suo coimputato è pendente davanti al Tribunale federale.
Fin dall'inizio il rumeno ha ammesso di aver preso parte ai due attacchi. È stato consegnato dalla Danimarca nel giugno 2022 nell'ambito dell'assistenza giudiziaria in materia penale. In quel Paese è stato condannato a 6 anni di reclusione, sempre per aver fatto esplodere un distributore di banconote. La Danimarca lo ha consegnato alla Svizzera a condizione che sconti il resto della pena.
Dai bancomat sono spariti circa 233'000 franchi. Secondo l'imputato alcune banconote sono state bruciate. La polizia ha identificato i due autori grazie alle impronte del DNA sui piedi di porco trovati nelle vicinanze.
Nel novembre 2023, la Corte degli affari penali ha riconosciuto l'uomo colpevole di furto, ripetuta esposizione a pericolo della vita altrui con esplosivi a scopo criminale, danni qualificati alla proprietà e violazione di domicilio. La sentenza dettagliata è stata pubblicata oggi.
Il Ministero pubblico della Confederazione ha presentato ricorso e le udienze si terranno a metà marzo. Il procedimento contro il coimputato è stato separato.
Oltre settanta dossier tra le mani dell'MPC - I bancomat fatti esplodere hanno raggiunto picchi mai visti negli ultimi tre anni. Tanto che l'MPC si trova tra le mani ben settanta dossier relativi a procedimenti penali legati agli assalti di questi distributori con l'uso di esplosivo. Con gli autori che spesso, dopo il colpo, fuggono all'estero. «La conduzione dei procedimenti è per questo motivo dispendiosa in termini di tempo e di risorse», ha ricordato il Ministero pubblico della Confederazione, precisando però di aver conseguito, in collaborazione con Fedpol e altri partner in Svizzera e all'estero, «successi investigativi in maniera regolare» e di aver già ottenuto «diverse sentenze di primo grado presso il Tribunale penale federale».