Il Consiglio degli Stati ha approvato un postulato di Thierry Burkart che ne rilanciava la costruzione.
BERNA - Il Consiglio degli Stati è aperto all'idea di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera. È quanto chiede un postulato di Thierry Burkart (PLR/AG) approvato oggi dal plenum. Contrario il campo rosso-verde.
Secondo il "senatore" argoviese, il fabbisogno di energia elettrica è molto superiore alle previsioni. La priorità, a suo avviso, è garantire un adeguato approvvigionamento energetico, anche estendendo il funzionamento delle infrastrutture esistenti.
Nel suo intervento, il "ministro" dell'energia, Albert Rösti si è detto disposto a studiare il problema. Una carenza di elettricità causerebbe danni per miliardi di franchi, ha osservato. Il postulato chiede solo una valutazione «di ciò che sarebbe possibile, non di più».
Il campo rosso-verde si opposto al postulato. «Le centrali atomiche svizzere sono le più vecchie del mondo», ha sostenuto Céline Vara (Verdi/NE), chiedendo di investire maggiormente nelle energie rinnovabili. Mathilde Crevoisier Crelier (PS/JU) ha rimproverato al plenum di voler annullare il voto popolare del 2017 che chiede di eliminare gradualmente l'atomo.
Diversi oratori hanno sottolineato che si tratta solo di un postulato che non impone nulla. Pirmin Bischof (Centro/SO) ha fatto notare che è necessario uno studio, anche perché rispetto al passato molto è cambiato: la guerra in Ucraina ci ha fatto capire quanto siamo dipendenti per il nostro approvvigionamento in energia, ha spiegato il "senatore" solettese.
La votazione del 2017 - Nel 2017 il popolo svizzero approvò alle urne la nuova legge sull’energia (alla base della Strategia energetica 2050) che prevedeva la chiusura graduale degli impianti esistenti e la mancata edificazioni di nuove centrali nucleari. Per sostituire l’atomo si era deciso di puntare sulle energie rinnovabili quali sole e vento. Una transizione, però, che per ora non è completamente riuscita.