I ricercatori hanno sviluppato un metodo efficace per recuperare il metallo prezioso dai rifiuti elettronici.
ZURIGO - La gestione dei rifiuti è senza dubbio uno dei più grandi problemi ambientali attuali. Ma se si potesse estrarre dell'oro da essi, utilizzando altri rifiuti per farlo, il riciclaggio diventa molto più redditizio. Inoltre è già in fase di commercializzazione il metodo sviluppato dai ricercatori dell'ETH di Zurigo, presentato lo scorso venerdì e pubblicato sulla rivista "Advanced Materials".
Il team del professore Raffaele Mezzenga, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie della Salute, si è interessato ai rifiuti elettronici che contengono diversi metalli preziosi come rame, cobalto e oro. Estrarli da smartphone e computer fuori uso richiedeva finora un notevole dispendio energetico e l'uso di prodotti chimici altamente tossici, ma non per il processo individuato dai ricercatori zurighesi.
«Non si può essere più sostenibili di così!», afferma Raffaele Mezzenga. Il metodo consiste nell'utilizzare le proteine del siero di latte, un sottoprodotto del processo di produzione del formaggio, per trasformarlo in una sorta di spugna a cui le particelle d'oro si attaccano. Per farlo, i rifiuti metallici devono prima essere disciolti in un bagno acido per ionizzarli. Riscaldando la spugna, gli ioni d'oro si trasformano in fiocchi che possono essere fusi per ottenere una pepita d'oro.
Per il loro esperimento, il team di Zurigo ha utilizzato 20 schede madri di vecchi computer e ha recuperato una pepita di circa 450 mg: questa conteneva il 91% d'oro, corrispondente a 22 carati, mentre il resto era rame. Secondo i calcoli di Raffaele Mezzenga, questo processo è particolarmente redditizio: tra le materie prime e il dispendio energetico, i costi del processo sono 50 volte inferiori al valore dell'oro che si può ottenere.
Considerando le incertezze dei mercati e della situazione geopolitica internazionale, tutto ciò suscita un notevole interesse in quanto i prezzi dell'oro continuano a salire: martedì ha raggiunto quota 2'141,79 dollari l'oncia, superando il suo precedente record (2'135, 39 dollari a dicembre) prima di scendere leggermente alla fine della giornata.
Secondo i ricercatori zurighesi i vecchi smartphone e computer non sono l'unica fonte di questo riciclaggio. Altri rifiuti industriali, come quelli derivanti dalla produzione di microchip o dal processo di doratura, offrono anche un certo potenziale. Le spugne proteiche potrebbero anche essere prodotte da altri rifiuti dell'industria alimentare ricchi di proteine.