Una decisione del Nazionale potrebbe avere conseguenze drastiche sulla consegna.
BERNA - È stata descritta come un «lungo elenco telefonico» la nuova legge doganale, discussa per ore ieri al Nazionale e approvata con 113 voti a favore e 76 contrari. Fra tutti i punti controversi, però, uno in particolare ha suscitato un dibattito particolarmente acceso.
In futuro, stando alla norma, gli esportatori e gli importatori di merci potranno decidere se occuparsi in maniera diretta dello sdoganamento dei pacchi o se affidare l’operazione al cliente finale. Questa decisione potrebbe avere un effetto diretto sui consumatori: documenti e dati necessari alla mano, i cittadini, una volta completato l’acquisto del prodotto, per esempio su Zalando, dovrebbero poi occuparsi in prima persona di una serie di procedure.
I favorevoli alla proposta di legge sostengono che la norma ridurrà la burocrazia, ma i contrari temono l'esatto contrario. Compresa la stessa Posta Svizzera. Il rischio concreto è una procrastinazione della consegna della merce. «I clienti - spiega una portavoce - dovranno conoscere il numero di spedizione, il riferimento doganale, il peso della spedizione, i dettagli del contenuto e una copia della fattura».
Fornire queste informazioni, aggiunge l’addetta stampa «comporterebbe molto lavoro supplementare. In particolare, la Posta dovrebbe comunque smistare il pacco al di fuori del “processo standardizzato” e immagazzinarlo temporaneamente fino al completamento dello sdoganamento». Ciò comporterebbe un «notevole lavoro aggiuntivo» e «ritarderebbe il processo di consegna».
Il PS, i Verdi e il PVL si sono opposti con forza. Contraria anche la ministra delle Finanze Karin Keller-Sutter e le aziende di trasporto. La questione, in ogni caso, sarà oggetto di discussione anche agli Stati.