La Confederazione ha tagliato le sovvenzioni a un turco che il Cantone di Neuchâtel non è riuscito a deportare in tempo in Bulgaria.
NEUCHÂTEL - Una controversia tra il Cantone di Neuchâtel e la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) è arrivata al Tribunale federale (TF), che si è appena pronunciato contro Neuchâtel. Le ragioni? Un difficile caso di un trentenne turco arrivato in Svizzera nel 2015 che secondo la Sem doveva essere rimandato in Bulgaria: lo dicono gli accordi di Dublino. Ora Berna ha dato al Cantone di Neuchâtel una scadenza per espellere l'uomo.
Ma non è stato facile. Nel 2016, Neuchâtel ha prenotato un volo per Sofia e ha ordinato l'arresto del turco per evitare che sparisse. Purtroppo, però, l'uomo si è dato alla fuga, ma non tentare di volatilizzarsi nel nulla: aveva infatti tentato il suicidio. Il giorno dopo il presunto volo è stato infatti ritrovato, in ospedale. Dopo essere stato trattenuto, ha tentato nuovamente di togliersi la vita, prima del secondo tentativo di espulsione.
Dato lo stato mentale, i medici hanno ritenuto impossibile l'espulsione e dunque il Cantone di Neuchâtel non ha potuto procedere con l'ennesimo tentativo di espulsione.
Neuchâtel «è venuta meno ai suoi obblighi»Se non fosse che la SEM aveva dato a Neuchâtel un termine per effettuare l'espulsione. Allo scadere del termine, nel 2017, il Cantone ha semplicemente smesso di versare i contributi finanziari per la cura del turco, come previsto dalla legge. Altra conseguenza: la Svizzera è stata costretta a riconsiderare la sua domanda di asilo. E l'ha accolta (vedi riquadro).
Neuchâtel ha quindi impugnato la sospensione dei pagamenti fino al Tribunale federale, ma senza successo. L'errore? Dopo i due tentativi di allontanamento falliti, «il Cantone non ha adottato ulteriori misure preparatorie per consentire l'allontanamento» fino alla scadenza del termine, che «era ancora in corso da più di un anno dopo il doppio tentativo di suicidio». Avrebbe dovuto sottoporre il turco a una nuova valutazione medica. «Neuchâtel è venuta meno all'obbligo di effettuare il trasferimento a Dublino senza poter invocare alcun motivo scusabile», ha concluso il Tribunale federale, che ha quindi dato ragione alla SEM.
La legge funziona così: la Svizzera non si occupa della domanda di un richiedente asilo se è competente un altro Stato membro degli accordi di Dublino, in genere il primo Paese attraverso il quale la persona è entrata. La Svizzera deve quindi rimpatriare la persona in quel Paese. Se non lo fa entro i termini previsti dalla legge, la responsabilità del caso d'asilo passa alla Svizzera. Questo è ciò che è accaduto nel caso del turco. La SEM ha stabilito che la sua domanda era giustificata e gli è stato concesso l'asilo nel 2018.