Fredy-Michel Roten, direttore dell'organizzazione cantonale di soccorso del Vallese, descrive la pericolosità del tentativo di salvataggio.
SION - Sono passati diversi giorni dalla tragedia consumatasi sulla Tête Blanche, ma per chi quelle ore di disperato tentativo di portare in salvo gli scialpinisti le ha vissute da vicino, è ancora difficile non tornare con il pensiero a quei momenti: come ha fatto il direttore dell'Organizzazione cantonale di soccorso del Vallese, Fredy-Michel Roten, che ha affidato oggi (16 marzo) al quotidiano Walliser Boten - come riporta 20 Minuten - alcune istantanee di quei terribili giorni.
Ricordando alcuni momenti dei tentativi di salvataggio che si sono svolti in condizioni di estrema pericolosità e partendo da quell'ultimo contatto delle 17:19 con la ragazza di 28 anni, il cui corpo non è più stato ritrovato. «Era chiaro che c'era una urgente necessità di agire. Qurantuno minuti dopo un elicottero di Air Zermatt con cinque specialisti del soccorso era in arrivo. I soccorritori sono stati scaricati alla Schönbielhütte e si sono diretti a piedi e in cordata verso il luogo in cui si trovavano i dispersi».
Roten descrive quegli attimi, raccontando che «con temperature a due cifre sotto lo zero, i servizi di emergenza hanno iniziato a percorrere i cinque chilometri che portano al luogo dell'incidente. Il vento soffiava a 100 km/h, la visibilità era scarsa e il rischio di valanghe elevato. Hanno dovuto tornare indietro di circa due chilometri in linea d'aria e a 400 metri di altitudine dal luogo dell'incidente: Il rischio di perdere la vita era troppo alto».
Solo la domenica sera i servizi di emergenza hanno potuto riprendere le ricerche. «Due specialisti del soccorso, un medico e un agente della polizia di montagna sono stati fatti scendere a sei chilometri dal luogo dell'incidente. Hanno raggiunto il luogo dell'incidente alle 21.18 e hanno trovato i cinque scalatori. Erano già morti».
In quell'operazione sono intervenuti gli elicotteri di Air-Glaciers, Air Zermatt e Rega: «Era necessario un elicottero per ogni vittima. All'una di notte, poi, i soccorritori sono stati portati in salvo a causa del peggioramento del tempo». Su quelle nevi è rimasto il corpo della 28enne di cui come è noto sono state sospese le ricerche giovedì scorso: le ragioni per cui la donna non è stata ritrovata sono diverse. Anjan Truffer, responsabile del soccorso alpino di Zermatt, ha dichiarato a 20 Minuten: «Il terreno è pieno di crepacci. Potrebbe essere caduta in uno di essi. Ma sono solo ipotesi». Come ipotesi sono quelle relative alla scomparsa del segnale dopo l'ultimo contatto: «O non aveva acceso il suo dispositivo o non aveva la batteria o non indossava più il dispositivo» ha dichiarato sempre a 20 Minuten Truffer.