Il PLR critica il Governo. «Colpito il ceto medio». L'USS è invece soddisfatto: «Proposta moderata». Il PS: «Aumenterà il potere d'acquisto»
BERNA - Sono state diverse (e controverse) le reazioni politiche alle proposte del Consiglio federale di come finanziare la Tredicesima AVS.C'è infatti chi applaude il Governo e chi lo critica ferocemente.
I soddisfatti - Tra i soddisfatti troviamo ovviamente i fautori di questa iniziativa ovvero il Partito socialista (PS) e l'Unione sindacale svizzera (USS). Il PS si felicita del fatto che la popolazione dal 2026 potrà approfittare di una 13esima rendita AVS, vedendo così aumentare il potere d'acquisto. «Il tutto - chiarisce il partito in una presa di posizione - deve però essere effettuato con un finanziamento sociale attraverso i contributi salariali». Il PS si dice altresì irritato dal fatto che la destra cerchi di frenare il finanziamento: «Tutti dovrebbero prendere atto del netto "sì" espresso dal popolo sulla questione. Il contributo della Confederazione non deve diminuire e la responsabilità è del Consiglio federale». Anche l'USS vuole una 13esima rendita AVS finanziata con l'opzione che prevede solo un aumento dei contributi salariali. Il presidente Pierre-Yves Maillard valuta infatti «moderata» e anche «più rapida» tale proposta del Consiglio federale.
A metà - L'Alleanza del Centro rifiuta un finanziamento della 13esima AVS solamente attraverso un aumento dei contributi. Ad affermarlo, tramite il social X, è il capogruppo parlamentare Philipp Matthias Bregy (VS). A breve termine serve un mix fra un aumento dell'IVA e maggiori contributi salariali, ma far capo solamente a questi ultimi non è accettabile, ha scritto Bregy. Più a lungo termine bisogna fare in modo che i costi non gravino sulla classe media.
I delusi - E invece deluso il PLR che ha affermato di «opporsi agli aumenti di imposte sulle spalle di classe medie e PMI». In un comunicato i liberali-radicali chiedono riforme strutturali nel contesto del prossimo risanamento dell'AVS, oltre a misure di risparmio nelle spese federali. Prima di una profonda riforma del sistema previdenziale, il partito «si oppone fermamente» a qualsiasi aumento delle imposte. La classe media e le PMI, secondo la formazione politica, sono in effetti già sottoposte a una notevole pressione finanziaria. La tredicesima rendita non deve quindi comportare ulteriori oneri per le famiglie, senza contare che «è troppo presto per decidere come verrà finanziata».
Anche il mondo economico è deluso. Ma per un altro motivo. Ovvero la mancanza di una terza variante, che prevedesse il solo utilizzo dell'aumento dell'IVA. È il caso ad esempio dell'Unione svizzera degli imprenditori, che in una presa di posizione odierna ha detto di opporsi a un aumento dei contributi salariali, preferendo invece un incremento dell'IVA. Simile la posizione di Economiesuisse: il finanziamento più corretto, dal suo punto di vista, è quello tramite aumento dell'IVA. In questo modo i costi aggiuntivi verrebbero distribuiti nella maniera più ampia possibile. «Tutti infatti, anche i pensionati, devono partecipare allo sforzo per coprire i costi. Far gravare l'intera spesa sulle spalle delle persone attive nel mondo del lavoro sarebbe poco solidale», ha sottolineato l'organizzazione. Maggiori contributi salariali significherebbero anche un costo del lavoro più alto e uno svantaggio concorrenziale per la piazza economica elvetica. Gli imprenditori hanno evidenziato dal canto loro che il modo più semplice per agire è alzare una tassa esistente. Inoltre, utilizzare l'IVA renderebbe obbligatorio il passaggio dal voto popolare, migliorando la legittimazione.
Per l'UDC è invece semplicemente «inaccettabile» che il Consiglio federale voglia finanziare la 13esima mensilità AVS con trattenute sui salari: «Si tratta di un onere che grava soprattutto sulla popolazione attiva e sulla Svizzera come piazza economica», lamenta il partito richiedendo che il finanziamento venga effettuato «con risparmi nei settori dell'asilo e dell'aiuto allo sviluppo».