Si tratta di un organo responsabile dell'individuazione e della sorveglianza precoce dei Coronavirus.
BERNA - Anche la Svizzera parteciperà in qualità di membro alla rete CoViNet (CoronaVirus Network) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Lanciato all'inizio del 2024, questa organo è responsabile dell'individuazione e della sorveglianza precoce dei coronavirus.
Già presente in 20 Paesi, CoViNet comprende ora anche il Centro per le malattie virali emergenti dell'Università di Ginevra (UNIGE) e gli Ospedali universitari di Ginevra (HUG), nonché l'Istituto federale di virologia e immunologia (IVI) di Mittelhäusern (BE), che collabora con l'Università di Berna (UNIBE).
Questa partecipazione congiunta fa parte di una partenariato di lunga data con l'OMS, indica l'UNIGE in un comunicato odierno. I membri di CoViNet si sono incontrati questa settimana a Ginevra per definire le loro priorità strategiche e coordinare le loro attività.
Il centro ginevrino si concentrerà più specificamente sui nuovi virus emergenti nell'uomo. «Dal 2021 coordiniamo la sorveglianza nazionale della SARS-CoV-2 in tutta la Svizzera. La nostra ricerca mira a capire se e perché le nuove varianti del virus sfuggono agli anticorpi dei vaccini o dell'infezione e se i test diagnostici danno ancora risultati affidabili», spiega Isabella Eckerle, co-direttrice del centro.
Dal canto suo, il team dell'IVI, in collaborazione con la Facoltà di medicina veterinaria e il Centro multidisciplinare per le malattie infettive (MCID) dell'UNIBE, si concentrerà sulla comparsa di questi virus nell'uomo e negli animali.
«L'obiettivo delle nostre attività è valutare in particolare quali geni virali possono rendere le varianti più pericolose o permettere loro di sfuggire al nostro sistema immunitario», spiega Volker Thiel, capo della divisione di virologia dell'IVI e professore all'UNIBE, citato nella nota.
La rete CoViNet è un'estensione dei "laboratori di riferimento" designati dall'OMS a partire dal 2020, nei quali il Centro per le malattie virali emergenti dell'UNIGE e l'HUG sono stati inclusi nel 2023. La crisi del Covid-19, con i suoi 7 milioni di morti in tutto il mondo, ha dimostrato l'importanza della diagnosi precoce per un'efficace attuazione delle politiche di salute pubblica, osserva l'UNIGE.