La paura di non farcela, di non arrivare a fine mese. L'Organizzazione degli svizzeri all’estero lancia l'allarme: «Svizzera troppo cara»
BERNA - L'Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE) richiama l'attenzione sul costante aumento del numero di espatriati in età pensionabile.
Le statistiche suggeriscono che parte dell'aumento è dovuto al crescente rischio di povertà in età avanzata. Alla fine del 2023 vivevano all’estero circa 813’400 svizzeri, il che corrisponde a un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La maggior parte di loro – circa il 64% – vive ancora in Europa. Francia e Germania ospiteranno quindi anche nel 2023 le più grandi comunità di svizzeri all’estero.
L'Ose fa riferimento a un sondaggio condotto dal progetto di ricerca “nccr - on the move”: alla domanda sui motivi che li hanno spinti a vivere all'estero, gli svizzeri hanno citato più spesso i prezzi troppo alti della Svizzera e il desiderio di poter mantenere o migliorare la propria qualità di vita.
Secondo le statistiche dell'AVS, nel 2022 i cittadini elvetici residenti in Svizzera ricevevano una pensione AVS media mensile di 1'919 franchi. La media per la comunità straniera, con 1'209 franchi, era significativamente più bassa.
«L'immagine dei pensionati che vivono nel lusso, ripetutamente trasmessa nel dibattito sulla previdenza per la vecchiaia degli svizzeri all'estero, non corrisponde alla realtà per gran parte di loro», scrive l'OSE. Si tratta spesso di persone che, se rimanessero in Svizzera, dipenderebbero da prestazioni complementari.
«Gli svizzeri che emigrano per andare in pensione in generale alleggeriscono il sistema sociale svizzero. I crescenti attacchi alla loro previdenza sono quindi sbagliati e ingiustificabili», ha sottolineato il presidente dell'OSE e municipale di Lugano, Filippo Lombardi, citato nella nota.